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  • La mostra a Spazio Aperto a Bellinzona

    Sud Sudan: a Bellinzona una mostra di beneficenza per capire e aiutare

    Fino al 29 novembre si può visitare al Centro Spazio Aperto di Bellinzona in via Geretta 9, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17, la mostra della fotografa polacca Agnisezka Balut che presenta 19 fotografie stampate su tela 100x110cm, 8 collage fotografici 70x100cm e 3 dipinti ad olio su tela 80x80cm -simboli africani. Immagini che narrano la vita dei bambini di Juba, la capitale del Sud Sudan. Le fotografie sono state realizzate clandestinamente, dato che come si legge nella presentazione della mostra "il governo del Sud Sudan non permette di fotografare la vita reale del Paese". Le immagini esposte ritraggono un campo di sfollati, centri per bambini senza tetto, orfanotrofi, scuole elementari e strade e aree vicino alla capitale, come come ex bambini soldato e nomadi, tutte fotografie che testimoniano meglio delle parole la situazione nel Paese.

    La mostra è ad entrata libera: offerte vanno a favore dell'Associazione "Svizzera Sud Sudan" che ha sede presso don Adam Kowalik a Castagnola, sacerdote polacco parroco in Ticino che ha compiuto diversi viaggi nel Paese africano creando successivamente questa benemerita associazione (per i riferimenti e il sito vedi sotto).

    Il Paese raccontato da don Adam Kowalik

    Nato nel 2011 dalla spartizione del Sudan, il Sudan del Sud rappresenta circa un terzo dell'area dell'ex Sudan unificato. Il nuovo Paese è uno dei più poveri del pianeta: la stragrande maggioranza degli abitanti vive con meno di un dollaro al giorno, un bambino su dieci muore prima dei cinque anni, il tasso di mortalità infantile è quindi il più alto del mondo; gran parte della popolazione è analfabeta. Ed è un Paese dove è in corso un dilaniante conflitto. "Dall’inizio del conflitto - spiega don Adam Kowalik, prete polacco da anni in Ticino, dove è parroco a Castagnola - nel 2013 in Sud Sudan, oltre 2,5 milioni di persone, tra cui oltre 1 milione di bambini, sono fuggiti per cercare sicurezza nei paesi vicini. I due schieramenti che si combattono, da una parte il presidente Salva Kiir, dell'etnia denka, dall'altra l’ex-vicepresidente Riek Macher, dell'etnia nuer. Le parti hanno sottoscritto un accordo di pace nel settembre del 2018, ma purtroppo la soluzione al conflitto è ancora lunga. Lo testimonia un fatto drammatico: nelle file dell’esercito regolare e in quelle dei ribelli continuano a esserci migliaia di bambini soldato, reclutati con la forza e in spregio ai diritti umani fondamentali. Le parti in conflitto possono e devono fare di più per ripristinare la pace. I bambini nel Sud Sudan meritano di meglio. Mentre lo Stato del Sud Sudan compie 12 anni, una guerra apparentemente infinita, continua a distruggere la vita di milioni bambini".

    Il dramma dei bambini

    Don Adam continua a descrivere la situazione: "Conflitti e sottosviluppo hanno afflitto il Sud Sudan per decenni, espellendo i bambini da scuola, rendendoli malnutriti e vulnerabili a malattie, abusi e sfruttamento. Il Sud Sudan è attualmente il paese con la più alta percentuale di bambini in età scolare al mondo. Più di 2 milioni di bambini – o più del 70% degli studenti previsti – non ricevono alcuna istruzione. Anche gli sforzi per aiutare i più bisognosi sono ostacolati. Più di 1 milione di bambini soffrono di malnutrizione, di cui 300 mila sono a rischio di morte. Il conflitto ha anche costretto centinaia di migliaia di bambini a lasciare la scuola, con una scuola su tre danneggiata, distrutta, occupata o chiusa dal 2013. Dei 3,4 milioni di bambini nati nel Sud Sudan, che nel 2011 è diventato il paese più giovani del mondo, circa 2.6 milioni sono nati durante la guerra. In Sud Sudan, tre bambini su quattro nati dopo l'indipendenza, non conoscono altro che la guerra".

    Miseria e cambiamenti climatici

    Inoltre il Sud Sudan oltre ad essere povero è segnato anche dalla povertà causata dai cambiamenti climatici. La contea di Rubkona, dove dal 2021 le acque delle alluvioni sommergono in permanenza intere comunità o le intrappolano su piccole isole, è particolarmente soggetta alle inondazioni e si prevede che dovrà affrontare livelli eccezionalmente elevati e gravi di malnutrizione entro aprile 2024. I bambini nelle zone colpite dalle inondazioni in Sud Sudan potrebbero dover affrontare livelli estremi di malnutrizione nella prima metà del 2024, mentre la crisi climatica colpisce duramente il paese, è l’allarme dell’agenzia ONU World Food Programme (WFP).

    Il Papa in Sud Sudan

    Nel febbraio del 2023 papa Francesco si è recato nel Paese che è a larga maggioranza cristiana con la confessione cattolica predominante. Qui Bergoglio ha lanciato un forte messaggio di riconciliazione alle autorità. Del Sud Sudan il Papa ha nuovamente parlato in occasione del messaggio per la Giornata mondiale dei poveri celebratasi il 19 novembre 2023 nel quale ha esortato a non distogliere lo sguardo da chi è in difficoltà come i bambini che vivono in zone di guerra – Medio Oriente, Ucraina, Sud Sudan, America latina -; su chi non riesce ad arrivare a fine mese; su chi è sfruttato sul lavoro: «Ognuno è nostro prossimo» e per battere la povertà non basta un decreto ma serve un serio ed efficace impegno politico, legislativo, sociale.

    Per eventuali donazioni all’associazione: «Associazione Svizzera Sud Sudan» (ASSS), c/o Kowalik don Adam, Piazza S. Giorgio 1, 6976 Castagnola, IBAN CH90 8080 8006 1876 9221 3.

    Ulteriori informazioni sui progetti passati e in atto sul sito dell’associazione

    Leggi anche: Dal Ticino una mano tesa verso l’Africa (catt.ch)

    redazionecatt

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