È una bellissima «Natività» di Lorenzo Lotto il dipinto scelto dalla redazione per aprire l’inserto di Natale. Concessa in prestito dalla Pinacoteca Nazionale di Siena, la tela è attualmente in mostra al Museo Diocesano «Carlo Maria Martini» di Milano fino al 1. febbraio 2026. Piccola per dimensioni (circa 55 cm d’altezza), grande, anzi straordinaria, per qualità e bellezza.
Il titolo di «Natività», pur corretto, non spiega la particolarità e la complessità dell’immagine: una scena «straordinaria» – la nascita del Figlio di Dio – in un contesto ordinario – il bagno di un neonato. Si vede infatti Maria che immerge in una tinozza il neonato Gesù per lavarlo, subito dopo la sua nascita. Accanto a lei sta un’altra donna, inginocchiata, che guarda la giovane madre con un misto di sorpresa e di ammirazione: probabilmente è la levatrice Salomè – di cui non parlano i Vangeli canonici, ma che è ben presente in quelli apocrifi – colei che non aveva creduto alla verginità di quella donna che ha appena partorito, e per questo le sue mani sono rimaste come paralizzate. Secondo questo racconto, Salomè è la prima «convertita », perché dopo l’evento di cui è stata protagonista, ancora prima dei pastori e dei Magi, ha riconosciuto in quella creatura il Salvatore, nato dalla vergine Maria, nel compimento delle profezie messianiche.
Quella donna potrebbe anche essere santa Anastasia, che diverse leggende medievali identificavano tuttavia proprio con la levatrice di Betlemme, desiderosa di contemplare il Figlio di Dio.
Se osserviamo con attenzione la figura del piccolo Gesù potremo notare un particolare davvero sorprendente: il pargolo, infatti, non è raffigurato semplicemente nella sua nudità – a rimarcare che Egli è vero Dio e vero uomo –, ma ha ancora attaccato il cordone ombelicale, a mostrare la sua nascita autentica, non solo «apparente», cioè venuto al mondo come ogni creatura del genere umano. Un dettaglio pressoché unico nella storia dell’arte.
Da parte della redazione auguri di un sereno, Santo Natale!