"Mi ha dato una piccola gonna, un reggiseno e mi ha detto: 'Mettilo. Stai lì, questo è il tuo posto', ed io: 'Il posto, per fare cosa?' – 'Se tu non vuoi fare questo lavoro, dove trovi i soldi? Altrimenti io parlo con la polizia'. Avevo paura. Se parlavo, andava nel mio Paese e ammazzava la mia famiglia, i miei figli. Adesso sto bene, vivo in una casa comunità, ho trovato un lavoro. La mia vita non è più come prima. Adesso la mia vita mi piace".
La terza edizione della Via Crucis “per le donne crocifisse” ha chiamato a raccolta istituzioni e società civile che simbolicamente si sono passate la croce dopo ogni stazione dal percorso. Dalla magistratura ai ministri della Salute Beatrice Lorenzin e degli Esteri Angelino Alfano, dalle forze dell’ordine italiane alla Gendarmeria Vaticana: una testimonianza dell’impegno comune nel lottare contro questa tratta di esseri umani. Un fenomeno, quello della prostituzione di strada, quadruplicato negli ultimi due anni e spesso legato allo sfruttamento dell’immigrazione dall’Africa. Spiega Antonio Tajani presidente del Parlamento europeo:"Se non risolviamo il problema di Boko Haram, la siccità e la carestia in Somalia, la situazione in Niger, la situazione nella Repubblica Centrafricana ci sarà sempre gente che fuggirà, e tutti coloro che speculano sulla disperazione di queste persone cercano di fare affari in tutti i modi, soprattutto con le ragazze, che quando credono di essere arrivate ad una condizione di vita migliore rispetto a quella che avevano nel loro Paese, scoprono invece mercanti di carne umana. Quindi il problema va risolto a monte".
Nel corso dell’udienza generale di mercoledì scorso Papa Francesco aveva esortato la Comunità Giovanni XXIII, già incontrata durante uno dei “Venerdì di Misericordia”, a continuare la sua opera in favore delle ragazze sottratte dalla strada. Un lavoro che vuole superare anche l’indifferenza di chi vede queste donne e fa finta di niente. Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Giovanni XXIII:"Il motivo di questa marcia è questo: dire che la Risurrezione è possibile. Cristo è risorto veramente e queste ragazze sono state liberate. La responsabilità della società è ovviamente dei clienti ma anche dell’indifferenza dei cosiddetti 'onesti' che se ne disinteressano. Molte di loro sono bambine, sono minorenni, hanno dei bimbi. Questo oggi non è più ammissibile. Queste ragazze quando sentono che qualcuno veramente offre loro un’alternativa scappano, corrono via, sono felici".
La solidarietà del Papa è stata portata da mons. Angelo Giovanni Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, che ha chiesto perdono a migliaia di ragazze che hanno subito violenze indicibili in “terre che si dicono civili e cristiane”. Una schiavitù come quella del male definito “moderno, troppo moderno” delle madri surrogate e dell’utero in affitto, “che riduce la donna a un mero strumento per la fabbricazione di esseri umani”. Il cardinale vicario Agostino Vallini:"La donna viene sopraffatta dal male, dal peccato, dall’abuso, dalla violenza. Attraverso la preghiera e soprattutto attraverso la meditazione della Passione di Gesù, vogliamo creare una sorta di presa di coscienza: queste donne crocifisse meritano di essere particolarmente amate e riscattate dalla società".
(Da Radio Vaticana)