La Compagnia di Gesù ha comunicato che “il Dicastero per la Dottrina della Fede ha ricevuto una denuncia nel 2021 nei confronti di p. Marko Ivan Rupnik S.J. riguardante il suo modo di esercitare il ministero. Non era coinvolto alcun minorenne”.
Su richiesta del Dicastero la Compagnia ha aperto una indagine previa il cui rapporto finale è stato consegnato al Dicastero medesimo.
“Dopo aver studiato il risultato di questa indagine, il Dicastero della Dottrina della Fede ha constatato che i fatti in questione erano da considerarsi prescritti e ha quindi chiuso il caso, all’inizio di ottobre 2022”.
La Compagnia di Gesù precisa che “durante il percorso dell’indagine previa, varie misure cautelari sono state prese nei confronti del p. Rupnik: proibizione dell’esercizio del sacramento della confessione, della direzione spirituale e dell’accompagnamento di Esercizi Spirituali. Inoltre, era fatto divieto a p. Rupnik di esercitare attività pubbliche senza il permesso del suo Superiore locale. Queste misure a tutt’oggi in vigore, come misure amministrative, anche dopo la risposta del Dicastero per la Dottrina della Fede”.
La Compagnia di Gesù – conclude il comunicato dei Gesuiti – “prende in seria considerazione ogni denuncia nei riguardi di uno dei suoi membri”.
La notizia era stata data nei giorni scorsi da quotidiano italiano Repubblica che ha parlato di una denuncia del 2021 nei confronti del teologo e artista gesuita di origine slovena, padre Marko Rupnik, riguardanti presunti abusi riferiti da alcune suore. Le denunce – scrive il quotidiano italiano Repubblica – riguardano presunti abusi psicologici e sessuali risalenti agli anni Novanta e subiti da religiose della Comunità Loyola di Lubiana, fondata da una suora di cui Rupnik era amico e “padre spirituale”.
Le accuse, fa sapere la Compagnia di Gesù, hanno portato a un'”indagine previa” il cui rapporto finale è stato consegnato al dicastero per la Dottrina della Fede che “ha constatato che i fatti in questione erano da considerarsi prescritti e ha quindi chiuso il caso, all’inizio di ottobre di quest’anno 2022”.
Restano in vigore però, a carico di padre Rupnik, alcune “misure cautelari” – sottolinea la nota diffusa dai gesuiti – come il divieto di confessare e di accompagnare esercizi spirituali.
Padre Rupnik, ricorda il sito “Silere non possum”, ha realizzato in tutto il mondo opere importanti, come i mosaici della Cappella “Redemptoris Mater” nel Palazzo Apostolico Vaticano, quelli delle basiliche di Fatima e di San Giovanni Rotondo, quelli sulla facciata del Santuario di Lourdes, al Santuario della Madonna dei Fiori a Bra e, ancora, nella Cattedrale di Santa Maria Reale dell’Almudena a Madrid, la Cappella del vescovado di Tenerife a San Cristóbal de La Laguna, dalla cripta della Cattedrale di Santo Domingo de la Calzada, della Chiesa ortodossa della Trasfigurazione a Cluj, del Santuario di San Giovanni Paolo II a Cracovia, del Santuario di San Giovanni Paolo II a Washington, del Santuario di Madonna Ta’ Pinu a Gozo e della Chiesa Madre di Supersano, la chiesa di San Pasquale a Bari, nonchè il mosaico absidale nel monastero di Cademario in Ticino.
Al momento i suoi lavori si concentrano su San Paolo del Brasile, dove nel santuario nazionale di Aparecida, si stanno ultimando le facciate con i mosaici ideati da Rupnik. Papa Francesco nel 2016, durante il Giubileo della Misericordia, celebrò nel Palazzo Apostolico una messa per il Centro Aletti, fondato, diretto e animato dall’eclettico gesuita sloveno. La notizia, purtroppo confermata dai gesuiti, lascia davvero amareggiati e una volta di più ci dice che negli stessi uomini possono convivere drammaticamente aspetti diversi e conflittuali, come la grande ispirazione artistica e una spaventosa fragilità umana.
fonte: farodiroma/red/acistampa