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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 marzo 2025)
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  • Alice Bianchi domenica a

    Alice Bianchi domenica a "Chiese in Diretta"

    Porta il titolo «Senza indugio. Con voce di donna» il libro del coordinamento teologhe italiane che troverà spazio nella puntata di domenica 26 gennaio nel programma radiofonico Chiese in diretta.

    Un volume di omelie che percorre tutto l’anno liturgico e dentro cui le teologhe ci accompagnano con le loro parole. Domenica verrà celebrata la Domenica della Parola, istituita da papa Francesco nel 2019 e dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio.

    Per l’occasione, abbiamo sentito la più giovane fra le 10 teologhe e bibliste che hanno preparato queste omelie, Alice Bianchi, docente all’Università cattolica di Brescia e membro del consiglio di presidenza del coordinamento teologhe.

    L’espressione che ricorre nel titolo, «Senza indugio», è legata «prima di tutto al Vangelo di Luca che è quello principale del ciclo C, l’espressione compare all’inizio del Vangelo e alla fine. I pastori partono senza indugio per adorare il bambino a Betlemme e senza indugio, fanno ritorno a Gerusalemme i discepoli di Emmaus dopo aver incontrato il risorto. Si tratta di un titolo che dice anche la prontezza con cui abbiamo risposto».

    In copertina si legge che possiamo percorrere delle omelie, ma le donne non possono che raramente pronunciarle dagli amboni. Abbiamo chiesto ad Alice Bianchi se il desiderio è di spingere in questo senso, perché accada più spesso: «La nostra parola c’è, noi ci siamo nella Chiesa e in questo caso in particolare ha senso che ci siamo scelte il ruolo di scrittrici e non di predicatrici dirette perché ha valore il fatto che queste parole possano essere riprese, meditate, masticate ma anche riconosciute come parole di laiche, di donne, di teologhe».

    Alice Bianchi si è occupata delle tracce per alcune domeniche del tempo ordinario. Un tempo forse apparentemente meno interessante e stimolante. «Nei tempi forti concentriamo l’attenzione su ciò che ci risulta faticoso, alleniamo di più la carità, la preghiera. Il tempo ordinario è invece un tempo che svela di più le nostre debolezze, perché la frenesia della vita ordinaria rende tutto più complicato. Direi che l’importante è non ignorare ciò che accade, gioie e fatiche». E allora così siamo invitati ad entrare in questo tempo solo apparentemente ordinario, raccogliendo come Pollicino ogni briciola di ciò che ci accade per poi portarla alla luce.

    (CG)

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