di Cristina Vonzun
Mons. Zanini, a Natale il Papa apre la Porta Santa nella Basilica di San Pietro dando il via all’Anno Santo in occasione dei 2025 anni dalla nascita di Cristo. Il 29 dicembre il Giubileo inizia in Ticino, con un evento in Cattedrale. Il tema è quello della speranza. Cos’è la speranza cristiana e quanto se ne sente il bisogno oggi, nella Chiesa e nel mondo?
Mi sembra che cristiani e non cristiani, credenti e non credenti, tutti avvertiamo la difficoltà della speranza, esposti come siamo a un futuro così incerto. Come si fa a sperare fra catastrofi naturali, diseguaglianze che si accentuano, migrazioni forzate, corsa alle armi, guerre che non finiscono e persino si moltiplicano? Come si fa a sperare quando anche le nostre menti sono più fragili, sempre più segnate da stanchezze e disagio?
Qui la parola della fede annuncia un altro mondo, che apre nel nostro uno squarcio. In undici anni abbiamo conosciuto un po’ di più papa Francesco: abbiamo capito che per lui la speranza non è solo una resistenza passiva, uno «speriamo» che ci fa andare avanti come prima. La Laudato si’ e Fratelli tutti sono le due grandi encicliche che impegnano ad abitare il mondo diversamente. Esse interpellano il cuore – come suggerisce anche la Dilexit nos, appena pubblicata – cioè le nostre decisioni. Sperare è attendere, ma iniziando a cambiare.
L’Anno Santo prevede dei gesti di fede: l’indulgenza, la confessione, il pellegrinaggio e altri. Qual è il loro senso?
Sono gesti, appunto, che dichiarano la decisione di cambiare e vogliono sostenerla. Ci fanno passare dalle parole ai fatti. Per questo coinvolgono il corpo: pensiamo a cos’era nei secoli passati il pellegrinaggio, quell’andare per settimane a piedi che molti stanno riscoprendo. Muoversi insomma, «uscire», per citare un verbo caro a papa Francesco, ma radicalmente biblico: Abramo deve uscire, Israele deve uscire. La speranza, come la vita, è rinuncia all’immobilità che è dei morti e uccide. Ebbene, il nostro tempo, come cristiani, non ammette l’immobilità; la chiamata di Dio è a camminare insieme. Confessione: dire che io centro, che al mondo così com’è ho aggiunto la mia pesantezza e i miei peccati; riconoscere che sono capace di un’altra vita, di fare il bene, di credere ancora. Indulgenza: la pazienza di Dio, il suo inventarsi l’impossibile per rimetterci in cammino, e per renderci più indulgenti con noi stessi e con gli altri.
Il Giubileo non sarà solo a Romama anche in Diocesi. Tuttavia, solo a Roma sarà possibile varcare la Porta Santa. La diocesi di Lugano organizza un viaggio dal 7 al 10 aprile 2025. Qual è il senso di questo gesto?
Ognuno è legato alla propria terra, naturalmente, perché l’ha generato e gli è affidata. Roma ci ricorda però che nessuna Chiesa può chiudersi in se stessa e che nessuno esiste senza gli altri. Gli apostoli Pietro e Paolo, che a Roma hanno dato la vita, erano venuti da fuori e hanno portato al cuore del grande impero una logica nuova, che avrebbe cambiato il mondo. Anche noi, facendoci pellegrini, siamo portati fuori da noi stessi, ad attraversare la porta, che è Cristo, su un mondo che mette in discussione il nostro: il mondo che gli apostoli hanno visto in Gesù e che, con tutti i suoi difetti, la Chiesa ha il mandato di aiutare a manifestarsi, perché la terra somigli sempre più al cielo.
In Ticino, l’Anno Santo si apre in Cattedrale il 29 dicembre. Il 12 gennaio ci sarà un’apertura nei vicariati, quindi più locale. Cosa riserva questo successivo evento?
Mi sembra importante sottolineare questo gioco tra universalità e località, tra l’essere in comunione con la Chiesa intera e sentire il giubileo vicino. Portare vicino, fare entrare la speranza per il mondo in ogni vicariato, quindi in ogni territorio, in ogni casa. Quel pomeriggio i fedeli si ritroveranno in una chiesa del vicariato, pregheranno insieme e, attraverso un collegamento online, il vescovo potrà parlare al cuore di tutti e di tutte, per iniziare insieme il Giubileo.
Tra i tanti incontri previsti per i fedeli ticinesi, quali le preme segnalare?
Gli eventi saranno numerosi: segnalo il pellegrinaggio a Roma dal 7 al 10 aprile, il pellegrinaggio della Svizzera ad Einsiedeln sabato 17maggio, i giubilei per i ragazzi, i giovani, le famiglie, gli operatori sanitari, i carcerati, per le persone con disabilità, della carità e del volontariato. Ma gli appuntamenti sono tanti. Vale la pena dare uno sguardo al calendario completo sul sito della Diocesi.
Come può vivere l’Anno Santo chi resta nella sua parrocchia?
Rendendosi conto che la sua parrocchia non è tutto: essa è il luogo familiare in cui fa esperienza di una Chiesa diocesana e universale di cui è importante sapere qualcosa, di cui è importante prendersi cura. Dio non si fa chiudere in un villaggio e in una chiesa: si sa rendere anche molto più piccolo, ma per allargare i nostri orizzonti al più lontano. Se manca questo, non c’è più cristianesimo.
Il 25 dicembre il Papa apre la Porta Santa nella Basilica di San Pietro.
Domenica 29 dicembre alle 10 in Cattedrale a Lugano: Pontificale per l’apertura del Giubileo in diocesi.
Dal 7 al 10 aprile pellegrinaggiodella diocesi con il vescovo Alain a Roma. Iscrizioni entro il 15 dicembre 2024! Contattare: Opera Pellegrinaggi, e-mail odplugano@catt.ch, telefono 091 922 02 68.
Il calendario dei tanti eventi locali del Giubileo è su diocesilugano.ch
Intervista a fra’ Michele Ravetta, cappellano delle strutture carcerarie cantonali.
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)