Secondo quanto pubblicato oggi dall’Ufficio federale di statistica, l’8,1 per cento della popolazione svizzera, ossia 708 000 persone, nel 2023 viveva al di sotto della soglia di povertà ufficiale. La quota di persone indigenti resta quindi ferma a un livello molto alto. La quota delle persone «a rischio di povertà», ovvero interessate e minacciate dalla povertà, si attesta al 16,1 per cento ed è quindi leggermente superiore all’anno scorso. Allarmante è il fatto che un bambino su cinque vive in queste condizioni. «E questa situazione d’indigenza non accinge a distendersi. Per un Paese ricco come la Svizzera è inaccettabile», sottolinea Aline Masé, responsabile del Servizio politica sociale di Caritas Svizzera in un comunicato stampa reso noto il 31 marzo 2025.
Nel comunicato Caritas sottolinea che “nonostante conseguano un reddito, molte famiglie non sono tuttora in grado di garantire la propria sussistenza con le proprie forze. Il numero di soggetti poveri o a rischio di povertà che esercitano un’attività lucrativa, i cosiddetti working poor, è aumentato fino a raggiungere la preoccupante cifra di 336 000 persone. Anche i bambini e i familiari che vivono nella stessa economia domestica e che non esercitano un’attività lucrativa sono colpiti da questo fenomeno”. «I salari di queste persone vengono divorati dal crescente costo della vita. Il margine a disposizione diventa sempre più piccolo», spiega Aline Masé.
Caritas svizzera conferma nello stesso comunicato di percepire sul territorio questa tensione grazie alla Caritas regionali. Caritas informa che “i consultori sociali sono da tempo sovraccarichi. La domanda di consulenze per il risanamento dei debiti aumenta, i tempi d’attesa si fanno sempre più lunghi e a volte non possono essere accettati tutti i casi. I mercati Caritas registrano valori massimi nel numero di acquisti”.
Caritas svizzera ha chiesto un intervento efficace da parte della politica nella lotta contro la povertà: «Le cifre sulla povertà pubblicate oggi sono preoccupanti e dimostrano che la Confederazione è urgentemente chiamata a sviluppare, in collaborazione con Cantoni e Comuni, misure vincolanti in questo senso. Tutti gli attori devono dimostrarsi disposti ad assumersi le proprie responsabilità nei confronti di tutte quelle persone in Svizzera che faticano a mantenersi», precisa Aline Masé. L’organizzazione facendo il punto ricorda che il Parlamento ha incaricato il Consiglio federale di elaborare una strategia nazionale contro la povertà, “ma la gente non può aspettare per anni e anni. Il previsto potenziamento delle riduzioni dei premi deve essere promosso in modo rapido ed efficiente. Anche la politica degli alloggi necessita di soluzioni a breve termine per sostenere i soggetti con un budget limitato che si ritrovano sempre più in una situazione di precarietà quando aumentano gli affitti”.
fonte: red/caritassvizzera
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