Roma (AsiaNews) – Il vescovo di Wenzhou (Zhejiang), mons. Pietro Shao Zhumin, è stato sequestrato dalla polizia questa mattina alle 9 e verrà tenuto lontano dalla diocesi per “10 o 15 giorni”.
Di solito tali sequestri che avvengono contro la volontà del vescovo, vengono definiti dalla polizia come dei “periodi di vacanza”. Essi in realtà sono periodi di interrogatori e indottrinamento. I fedeli della diocesi hanno invitato tutte le comunità e la Chiesa nel mondo a pregare per il vescovo.
Mons. Shao, 55 anni, appartiene alla comunità non ufficiale, non riconosciuta dal governo, ma egli è riconosciuto dalla Santa Sede come vescovo di Wenzhou. Negli ultimi due anni, è stato portato via dalla polizia almeno 5 volte. L’ultima volta è stato nel maggio 2017 e liberato dopo 7 mesi.Essendo un vescovo “sotterraneo”, nei periodi di sequestro egli viene spinto a sottomettersi alla politica religiosa della Cina, che esige la registrazione presso il governo e l’appartenenza all’Associazione patriottica (Ap). Ma tale appartenenza implica l’adesione al progetto di una Chiesa “indipendente” [dalla Santa Sede], che mons. Shao rifiuta. Anche la Lettera ai cattolici cinesi di Benedetto XVI giudica lo statuto dell’Ap come “inconciliabile con la dottrina cattolica”.
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