Durante una funzione religiosa a Roma, Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca, ha guardato al Sinodo mondiale in corso auspicando riforme reali. Inoltre, ha affrontato la questione dei divorziati risposati. Ne dà notizia l'agenzia kna che ha raccolto i propositi del prelato. Bätzing ha detto di sperare che il Sinodo mondiale in corso cambi nel diritto canonico le strutture di potere. “Si tratta di una nuova cultura nella comunità ecclesiale, e ci vorrà molto tempo per impararla”. Il presule ha predicato nella chiesa romana di Santa Maria dell'Anima, parrocchia dei cattolici di lingua tedesca della capitale italiana.
L'uguaglianza di tutti i battezzati richiede la loro partecipazione a tutti i livelli, la trasparenza nel processo decisionale e la responsabilità da parte dei funzionari della Chiesa. “E tutto questo inizia con l'ascolto reciproco e la presa sul serio”, ha detto Bätzing durante l’omeliga nella parrocchia romana menzionata.
Bätzing è uno dei cinque vescovi tedeschi che stanno partecipando all'ultima e decisiva fase del Sinodo mondiale, in programma dal 2 al 27 ottobre in Vaticano. Il progetto di riforma globale che è in corso dal 2021, mira a creare una nuova cultura della consultazione e del processo decisionale nella Chiesa cattolica. “Possa Dio concedere che questo sinodo, con i suoi timidi passi verso il cambiamento, contribuisca a lungo termine a valorizzare la diversità nella Chiesa e a promuovere l'unità, oltre a far risuonare nuovamente il messaggio di verità, giustizia e pace nel regno di Dio”, ha auspicat Bätzing.
Secondo Bätzing, la Chiesa non deve isolarsi in una “bolla di autoreferenzialità”, secondo il motto: “Noi con la verità contro la grande parte dei credenti che sono fuorviati dal secolarismo e da un insegnamento inadeguato”. Che tipo di verità di fede dovrebbe essere quella che esclude sempre più persone?”.
In questo contesto, Bätzing ha affrontato anche la questione delle persone risposate civilmente dopo un divorzio. Secondo la dottrina cattolica, essi non sono ammessi ai sacramenti, in particolare all'Eucaristia. La convinzione di fede dell'indissolubilità di un matrimonio contratto in chiesa non esime la Chiesa dalla responsabilità di “offrire ai molti credenti le cui relazioni non sono fallite a cuor leggero e che ora vivono la loro felicità in un secondo matrimonio appagante qualcosa di più e di diverso dell'esclusione dai sacramenti”, ha sottolineato Bätzing: “Se i credenti chiedono quindi la benedizione di Dio per la loro nuova relazione, chi sono io per negarla - anche in una forma liturgicamente appropriata?”, si è chiesto il presule.
(kna/traduzione e adattamento redazionecatt)
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