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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (7 giugno 2025)
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  • Daria Lepori lascia "Azione Quaresimale" dopo 17 anni. L'intervista

    Ci sono cammini che non finiscono mai. Persone che, anche quando smettono un lavoro, continuano a portare avanti una missione. Daria Lepori, vice presidente del Gran Consiglio, per 17 anni responsabile di «Azione Quaresimale» per la Svizzera italiana va in pensione. Daria è stata instancabile presenza nelle parrocchie cattoliche del Ticino ma pure su molti temi portati avanti ecumenicamente.

    Chi era la Daria Lepori 17 anni fa e chi è oggi?

    Nel 2006 uscivo da una bella esperienza con le ACLI nazionali come segretaria e questo mi aveva permesso di proiettarmi con un’identità italofona in una realtà svizzera, di sentirmi parte di qualcosa di più grande, questa grande organizzazione venuta dall’Italia per dare supporto alle lavoratrici e ai lavoratori, mossi da questa idea del lavoro, dell’impegno sociale e dei valori cristiani, quindi ero già molto curiosa e molto contenta di poter fare parte di una rete. Oggi ho potuto ampliare questa bella esperienza con un’organizzazione forse un po’ più vicina alla mia storia. Oggi conosco meglio l’istituzione «Chiesa» dall’interno.

    Tantissimi i temi che avete trattato con le vostre campagne: quali ti hanno toccato e quali forse sono invece meno piaciuti?

    Quando ho iniziato abbiamo avuto campagne proprio sui diritti del lavoro. Poi i progetti si sono focalizzati sul tema della protezione del creato. Con l’enciclica Laudato si’ del 2015 sulla cura della casa comune, abbiamo veramente avuto l’impressione di poter contare su un’expertise anche spirituale e teologica per affrontare questo tema. È un tema che a me appassionava già e che ha unito un interesse personale e un intento sia a livello di sensibilizzazione sia a livello di progetti. Ill fatto poi, in altre Campagne, di permettere di ragionare sui nostri stessi consumi, sul commercio equo, su che cosa mangiamo e come ci vestiamo, (aspetti sia sociali sia ambientali) ha interrogato molte persone. Noi abbiamo forse solo messo il grillo parlante, senza voler essere troppo moralisti, anche se a volte ci hanno criticati in questo senso.

    La Chiesa ticinese ha imparato dai vostri temi?

    Penso che siano stati fatti dei passi importanti, forse non si vedono ancora le conseguenze perché sono magari micro cambiamenti. Ho avuto pochi riscontri, bisognerebbe prendere l’abitudine di dire quello che si fa, di celebrare, di parlarne con gioia. Credo comunque che abbiamo seminato tanto. Non ho sentito molto lo schieramento della Chiesa ticinese, anche se i vescovi che abbiamo avuto si sono a volte espressi in modo chiaro, ma poi conta la ricaduta nelle realtà locali. Magari mi sarebbe piaciuto essere un po’ più accompagnata da delle conferme in quello che stava dicendo «Azione Quaresimale».

    Cambiamenti silenziosi, a volte invisibili. Ma il seme, come ricorda il Vangelo, cresce anche così. Vai in pensione ma ti aspettano nuove sfide…

    Ho la grande fortuna di essere in salute, per cui per intanto pianifico al 100% e apro cantieri. Ho già iniziato un CAS, che va in un ambito un po’ nuovo e che riguarda la natura. Vorrei imparare una nuova lingua e questo primo CAS mi permetterà di testare la mia capacità a memorizzare. Inoltre desidero continuare con la carriera politica ancora qualche anno, se qualcuno vorrà sostenermi.

    L’intervista completa a «Chiese in diretta» domani su Rete Uno alle 8.30.

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