Francesco nel corso del viaggio in Belgio riserva una tappa importante all'Università cattolica di Lovanio che si prepara a festeggiare il 600esimo anniversario della fondazione. Bergoglio pronuncia il suo discorso dopo avere ascoltato un altro canto polifonico, e sottolinea anzitutto che il primo compito di una università è “offrire una formazione integrale perché le persone ricevano gli strumenti necessari a interpretare il presente e a progettare il futuro”, perché la formazione culturale non deve essere “fine a sé stessa” e gli atenei non devono “diventare delle ‘cattedrali nel deserto’”, essendo “per loro natura, luoghi propulsori di idee e di stimoli nuovi per la vita e il pensiero dell’uomo e per le sfide della società”, e quindi “spazi generativi”, che generano cioè “cultura”, “idee”, e promuovono “la passione per la ricerca della verità, al servizio del progresso umano”. E inoltre devono essere “una finestra aperta al mondo di oggi”.
E, a questo proposito, voglio dirvi sinceramente: grazie! Grazie perché, allargando i confini, vi siete fatti spazio accogliente per tutti i rifugiati che sono costretti a fuggire dalle loro terre, tra mille insicurezze, enormi disagi e sofferenze a volte atroci. Grazie.
Guardando al momento attuale, il Papa rimarca che “mentre alcuni invocano il rafforzamento dei confini”, la comunità universitaria di Lovanio, i confini li ha “allargati”, accogliendo “persone segnate dal dolore, per aiutarle a studiare e a crescere”.
Ci serve questo: una cultura che allarga i confini, che non è “settaria” - e voi non siete settari, grazie - né si pone al di sopra degli altri ma, al contrario, sta nella pasta del mondo portandovi dentro un lievito buono, che contribuisce al bene dell’umanità. Questo compito, questa “speranza più grande”, è affidata a voi!
A proposito degli atenei cattolici, Francesco ricorda che, come evidenziato nella Costituzione apostolica Veritatis gaudium circa le università e le facoltà ecclesiastiche, “sono chiamati a ‘portare il decisivo contributo del lievito, del sale e della luce del Vangelo di Gesù Cristo e della Tradizione viva della Chiesa sempre aperta a nuovi scenari e a nuove proposte’” e ribadisce che “allargare i confini e diventare uno spazio aperto per l’uomo e per la società è la grande missione dell’università”.
Ma il Papa si sofferma anche all’attuale contesto storico, dove emerge “una cultura segnata dalla rinuncia alla ricerca della verità”, è venuta meno “l’inquieta passione del cercare” e ci si rifugia “nella comodità di un pensiero debole, il dramma del pensiero debole" e ciò "nella convinzione che tutto sia uguale, che una cosa valga l’altra, che tutto sia relativo”. È quella che si può chiamare “stanchezza dello spirito, che ci consegna all’incertezza permanente e all’assenza di passione, come se fosse inutile cercare un senso in una realtà che rimane incomprensibile”. In pratica si tratta della “condizione tragica e angosciante dell’uomo del Novecento” descritta da Franz Kafka in alcuni personaggi delle sue opere. E il Pontefice la definisce stanchezza dello spirito, poiché risulta faticoso “cercare la verità”, costringendoci “a uscire da noi stessi, a rischiare, a farci delle domande”, perciò affascina maggiormente “una vita superficiale che non si pone troppi interrogativi; così come allo stesso modo ci attira di più una ‘fede’ facile, leggera, confortevole, che non mette mai nulla in discussione”.
E inoltre bisogna considerare che quando “si parla della verità, si scade spesso in un atteggiamento razionalista - aggiunge Francesco -, secondo cui può essere considerato vero soltanto ciò che possiamo misurare e sperimentare, toccare, come se la vita fosse ridotta unicamente alla materia e a ciò che è visibile”. È questo “il razionalismo senz’anima”, nel quale si rischia di cadere. Perché “quando si riduce l’uomo alla sola materia, quando la realtà viene costretta dentro i limiti di ciò che è visibile; quando la ragione è soltanto quella matematica”, una ragione “da laboratorio”, succede che “viene meno lo stupore - e quando manca lo stupore non si può pensare; lo stupore è l’inizio della filosofia, è l’inizio del pensiero - viene meno quella meraviglia interiore che ci spinge a cercare oltre, a guardare il cielo, a scovare nella verità nascosta che affronta le domande fondamentali: perché vivo? che senso ha la mia vita?”.
Di fronte a tutto ciò il Papa esorta ancora ad allargare i propri confini, a guardare oltre, a non fermarsi alla propria circoscritta realtà
Chiediamo che Dio benedica il nostro lavoro, al servizio di una cultura capace di affrontare le sfide di oggi. Lo Spirito Santo che abbiamo ricevuto in dono ci spinge a creare, ad aprire gli spazi del nostro pensare e del nostro agire, fino a condurci alla verità tutta intera.
E se è vero che l’uomo ha la consapevolezza di non sapere ancora tutto, l’auspicio di Francesco ai docenti è che “questo limite” possa spingerli “sempre in avanti”, aiutarli “a mantenere accesa la fiamma della ricerca e a rimanere una finestra aperta sul mondo di oggi”. Da qui l’incoraggiamento ad essere “inquieti cercatori della verità”, a non spegnere “mai la passione, per non cedere all’accidia del pensiero, che è una malattia molto brutta”. Infine dal Papa un’ulteriore raccomandazione ai professori dell’Università di Lovanio, quella di essere “protagonisti nel generare una cultura dell’inclusione, della compassione, dell’attenzione verso i più deboli e verso le grandi sfide nel mondo in cui viviamo”.
Concluso il suo discorso, Francesco, raggiunti i saloni del Rettorato, si intrattiene con alcuni giovani rifugiati del Centro sanitario Paso. Poi lascia l'università per recarsi a Grote Markt, la piazza principale di Lovanio, che ospita alcuni maestosi edifici in gotico brabantino, per salutare le migliaia di persone radunatesi ad aspettarlo. Il Pontefice attraversare un lungo tratto in strada in golfcar, accolto calorosamente dai fedeli assiepati dietro le transenne, nonostante la pioggia. Il Papa si sofferma a dispensare saluti e sorrisi, mentre continua a piovere, poi, raggiunta la sua auto rientra alla Nunziatura Apostolica.
fonte: vaticannews
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