di André Marie Jerumanis*
Parole forti e a volte scioccanti, gesti ricchi di significato simbolico, che fanno riflettere, discorsi intensi ma essenziali, senza evitare i problemi della vita della Chiesa in Belgio e della società, in una prospettiva di speranza, hanno caratterizzato la visita di papa Francesco in Lussemburgo e in Belgio (dal 26 al 29 settembre). Molti credenti hanno avvertito la volontà del successore di Pietro di rafforzare i suoi fratelli nella fede (cfr. Lc 22,32). La gioia e la gratitudine sono state evidenti nella celebrazione conclusiva, allo Stade Baudouin, davanti a 37.500 persone, durante la quale il Pontefice ha beatificato Suor Anna di Gesù, sorella carmelitana compagna di Santa Teresa d’Avila, fondatrice del primo Carmelo francese a Parigi, ma anche a Bruxelles dove è sepolta . Il Papa ha ricordato il valore della sua testimonianza e il suo significato per l’oggi: « In un tempo segnato da scandali dolorosi, dentro e fuori la comunità cristiana, lei e le sue compagne, con la loro vita semplice e povera, hanno saputo riportare alla fede tante persone, al punto che qualcuno ha definito la loro fondazione in questa città come una “calamita spirituale”». Bergoglio ha poi espresso parole forti sugli abusi sessuali nella Chiesa, ma anche sul valore della vita nel grembo materno, e sul valore della dimensione femminile che non deve essere cancellata; parole che hanno suscitato polemiche e perfino indignazione in certi ambienti. Ne ha fatto eco la stampa, ma anche il mondo politico e accademico. È bene ricordare che in Belgio è in corso una discussione sulla possibilità di estendere il diritto all’aborto fino a quattro mesi e mezzo. Il Pontefice ha anche compiuto gesti forti come la colazione, il caffè e il croissant con i senzatetto di Bruxelles, o la preghiera sulla tomba di re Baldovino, noto per il suo rifiuto di firmare la prima legge per l’autorizzazione dell’aborto in Belgio, nel 1990 e che per non dover firmare tale legge abdicò al trono per trentasei ore. Il Papa ha annunciato la sua volontà di aprire il processo per la beatificazione di re Baldovino: «Il suo esempio di uomo di fede illumini quanti governano». Altro gesto forte l’incontro – durato più di due ore – con 17 vittime di abusi sessuali nella Chiesa, invitando la Chiesa alla giustizia e alla trasparenza. Un discorso ricco di insegnamenti. All’Università Cattolica di Lovanio ha ricordato che «espandere i confini e diventare uno spazio aperto, per l’uomo e per la società, è la grande missione dell’Università». Ci invita «allo stupore interiore che ci spinge a guardare oltre, a guardare il cielo, a scoprire la verità nascosta che affronta questioni fondamentali»; sottolinea sia la fatica della mente che il razionalismo dell’anima. Nell’incontro con i vescovi, sacerdoti, diaconi, seminaristi, persone consacrate e operatori pastorali del Belgio, papa Francesco ha invitato a riflettere su tre parole: «evangelizzazione, gioia, misericordia». E riguardo al percorso sinodale Bergoglio ha ricordato che «deve essere un ritorno al Vangelo; non deve avere tra le priorità qualche riforma “di moda”». Il Papa ha ancora sottolineato tutto il lavoro della Chiesa del Belgio nella lotta contro gli abusi e ha invitato il clero a capire meglio il dramma che vivono le persone abusate con la sofferenza che ne deriva. Un lavoro che mira – ha precisato Francesco – a «trasformare la rabbia e il dolore in aiuto, vicinanza e compassione». Allo stesso modo ha indicato il giusto comportamento verso chi ha abusato invitando a «percorrere tutte le vie della giustizia terrena e tutte le vie umane, psicologiche e penali». Francesco andrà oltre, aggiungendo però che «la punizione deve essere un rimedio, deve portare alla guarigione». Per questo il Papa ha invitato tutti ad «aiutare le persone a rialzarsi e a ritrovare la propria strada nella vita e nella società». «Tutti possiamo commettere errori, ma nessuno è un errore, nessuno è perso per sempre. Misericordia, sempre misericordia», ha insistito.
*prete belga, prof. alla FTL, Membro della Pontificia Accademia di Teologia
All'udienza generale, Francesco inaugura un nuovo ciclo di catechesi per il Giubileo, dal titolo “Gesù Cristo nostra speranza"
Il libro «Life, la mia storia nella storia» arriverà in versione cinematografica. Il Papa ringrazia definendo il cinema «una forma di poesia».
Come con il suo rappresentante in Ucraina, Francesco invia una lettera al nunzio nella Federazione russa per i mille giorni del conflitto. “La sofferenza degli innocenti è denuncia potente contro ogni forma di violenza”, afferma il Pontefice, incoraggiando “a rinnovati sforzi diplomatici per fermare la progressione del confitto”.