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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (27 dicembre 2025)
  • Il mattino: una poesia

    Mattino

    Il sol prima d'uscire

    dal suo roccioso castello

    manda un venticello,

    il più gentile,

    giù pei declivi d'ulivi

    a portare un alito fresco

    al pesco, alla chiesa, al molino,

    alle cose che incontra

    sul suo lieto mattino,

    e dica a tutti,

    ridente,

    buon dì.

    Poi sulle tracce del vento

    con un nuvolino di piombo e d'argento,

    manda spruzzate

    al ruscello, al torrente,

    che si ride stano

    tra l'erbe e tra i sassi,

    e dove incontrano massi

    li aggirano

    con barbagli improvvisi

    di stelle e sorrisi

    cantarellando

    giocondamente

    così.

    Spedisce un rondinino

    sotto ogni gronda di tetto

    perché allegramente cinguetti;

    tra schiocchi cantanti

    e svoli e candor di lenzuoli,

    e alle donne e ai bambini festanti,

    . ai nidi che pigolano,

    benedetti,

    benedetti ripeta

    a tutti

    gli abitanti

    di qui.

    Intanto la notte,

    ch'à dormito

    sul prato fiorito,

    nel frettoloso risveglio

    sbadata

    ha lasciato tra l'erba e le siepi

    tutto il suo antico tesoro,

    rubini, ametiste, diamanti,

    topazi, ruquide, brillanti,

    e quando il sole d'un subito sbuca

    sul ciglio più alto del monte,

    sull'orlo più basso del cielo,

    pronto ogni fiore, ogni stelo,

    a salutare il mattino,

    s'appunta sulla fronte

    il suo più prezioso rubino,

    stellante,

    abbagliante,

    così.

    Vincenzo Fraschetti

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