È un viaggio che desidera e che ha “voglia” di fare, “di cuore”, sin da quando l’“amato fratello” il patriarca Bartolomeo lo ha invitato: Nicea, luogo del primo Concilio Ecumenico di cui nel 2025 ricorre il 1700° anniversario. Papa Francesco condivide questo suo personale desiderio nell’udienza di oggi alla delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, ricevuta oggi, 28 giugno, in Vaticano nell’ambito del tradizionale scambio per le feste dei Santi Patroni della Chiesa di Roma, gli Apostoli Pietro e Paolo (una delegazione della Santa Sede si reca invece il 30 novembre al Fanar per la festa di Sant’Andrea).
Tra la gratitudine e l’affetto per Bartolomeo, l’incoraggiamento ad andare avanti nel comune dialogo che “non comporta alcun rischio per l’integrità della fede”, un appello per la Terra Santa ferita dalle violenze e il ricordo del compianto teologo Zizoulas, Papa Francesco ricorda al termine del suo discorso il 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea.
Auspico che la memoria di questo importantissimo evento possa far crescere in tutti i credenti in Cristo Signore la volontà di testimoniare insieme la fede e l’anelito a una maggiore comunione
In particolare, Francesco dice di rallegrarsi per il fatto che Patriarcato Ecumenico e Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani abbiano cominciato a riflettere su come commemorare insieme questo anniversario: “Io – aggiunge a braccio - ho la voglia di andarci; e ringrazio Sua Santità Bartolomeo per avermi invitato a celebrarlo nei pressi del luogo dove il Concilio si riunì”.
Molti i temi evocati da Francesco: la denuncia della guerra, la situazione "ignobile" a Gaza, il terrorismo in Germania e Usa, l’antisemitismo, le persecuzioni religiose, il diritto all'aborto "inaccettabile", le insidie delle nuove tecnologie e la cancel culture.
All’udienza generale Francesco riflette “sulla piaga del lavoro minorile”, tuttora dilagante, e denuncia che in ogni parte della terra ci sono minori "sfruttati da un’economia che non rispetta la vita" e che così "brucia il più grande giacimento di speranza e di amore".
In un messaggio dal suo account X il Papa si dice vicino preghiera a chi “soffre a causa dei conflitti in atto”. Le celebrazioni nelle comunità cattoliche e ortodosse che seguono il calendario giuliano.