Unisco la mia voce a quella della gente comune che implora la fine della #guerra. Si punti decisamente sul negoziato. In nome di Dio: fermate questo massacro”. Questo l’appello di Papa Francesco all’Angelus di oggi, domenica 13 marzo, diciottesimo giorno di guerra. L’appuntamento mariano non può prescindere dal pensiero rivolto alla città che “di Maria porta il nome, Mariupol”. “Questa settimana – ha osservato Francesco – è diventata una città martire della guerra straziante che sta devastando l’Ucraina”.
Chi usa Dio per appoggiare la violenza ne profana il nome
"Col dolore nel cuore - ha detto Bergoglio - unisco la mia voce a quella della gente comune, che implora la fine della guerra. In nome di Dio, si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi! Si punti veramente e decisamente sul negoziato, e i corridoi umanitari siano effettivi e sicuri. In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro!
Vorrei ancora una volta esortare all’accoglienza dei tanti rifugiati, nei quali è presente
Cristo, e ringraziare per la grande rete di solidarietà che si è formata. Chiedo a tutte le comunità
diocesane e religiose di aumentare i momenti di preghiera per la pace. Dio è solo Dio della pace,
non è Dio della guerra, e chi appoggia la violenza ne profana il nome. Ora preghiamo in silenzio per
chi soffre e perché Dio converta i cuori a una ferma volontà di pace".
agenzie/red