La forte testimonianza di Zeina Chahine: «I siriani messi alla prova da incertezza e povertà»

di Katia Guerra

Zeina Chahine, di origini libanesi, consulente per l’organizzazione umanitaria di ispirazione cristiana Christian Solidarity International (CSI) per il Medio-Oriente (Siria, Egitto, Iraq), è di passaggio in Ticino per portare la sua testimonianza sulla realtà dei cristiani in Siria. L’abbiamo incontrata al Centro San Giuseppe e ci ha raccontato come vive oggi il popolo siriano. Per CSI, organizzazione fondata in Svizzera nel 1977 e che si batte per la libertà religiosa e la -dignità umana, visita spesso il Paese e ha l’opportunità di incontrare la popolazione e di toccare con mano la situazione. «In Siria regnano l’incertezza e la paura, soprattutto fra le minoranze: il nuovo regime afferma che sta lavorando ad una Costituzione che rispetti ogni religione, etnia, cultura, ma nella vita di tutti i giorni ci sono segnali poco incoraggianti. Un esempio concreto l’ho vissuto di recente: la scorsa settimana mi sono recata in Siria e per la prima volta, alla frontiera ho trovato la suddivisione fra uomini e donne e questo anche in altri contesti: in Siria non è mai stato così». Oltre a questo c’è anche la grande povertà con la quale sono confrontate le famiglie: le entrate di due o più lavori non sono sufficienti per raggiungere la fine del mese», ci dice. La crisi economica e l’aumento dell’inflazione, sommati al fatto che con la caduta di Assad molti aiuti sono venuti a mancare, hanno portato - secondo Zaihna - ad una situazione insostenibile. «Sono andata a visitare una vedova, da poco in pensione, con un figlio: le sue entrate corrispondono a 40 dollari al mese quando per vivere ne sarebbero necessari 450. Ho chiesto se potevo comperarle qualcosa e lei mi da detto dei piselli: li ho pagati 12 dollari...». Le Chiese e altri enti sono molto attivi nell’aiutare chi è più nel bisogno, ma le necessità sono tante. Non sorprende che in molti esprimono il desiderio di lasciare la Siria nella speranza di garantire un futuro a sé stessi, ai propri figli e alla famiglia. Per chi è ammalato la situazione si fa ancora più drammatica. «È un peccato che a chi non ha i soldi è negata la possibilità di curarsi e di vivere qualche anno in più grazie alle terapie. Penso in particolare ai malati di cancro, una malattia che necessita di medicine molto costose. Ci sono anche giovani, madri di famiglia. Questo mi colpisce molto», ci dice Zeina Chahine. Fra i 13 progetti che CSI sostiene nel Paese c’è anche, oltre agli aiuti di emergenza e le iniziative in ambito educativo, il sostegno delle spese mediche per le famiglie bisognose.

Fra le immagini evocate dalla nostra ospite su come è cambiata la Siria, ne scegliamo due: le strade di Damasco, la capitale, che di giorno si riempiono di bancarelle con prodotti vari d’importazione (prima non permessi) ma che in pochi possono permettersi, e le stesse strade di notte, deserte, per la paura di aggressioni. «Una volta non c’era questa sensazione di insicurezza e di angoscia».

La speranza nella fede

In mezzo a questa disperazione ci sono però segni di speranza, che nascono soprattutto dalla gioia della fede. «Nonostante la sensazione di vivere un’ingiustizia, non si smette di pregare, anche fra i giovani. Le Messe delle varie Chiese sono sempre molto frequentate». E ci sono storie che colpiscono, come quella del giovane di 16 anni che, mentre il padre si affanna a fare più lavori per cercare di mantenere la famiglia, si è messo a disposizione della Chiesa per aiutare i bambini. «Un esempio di come si possono donare anche il proprio tempo e la gioia».

Appuntamenti in Ticino

Oggi, sabato 29 marzo, dalle 18, Zeina Chahine sarà all’oratorio della Collegiata di Bellinzona, mentre domani 30 marzo interverrà alla Santa Messa delle 10.30 al Santuario di Morbio Inferiore.

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