“Mia Madre preferisce quelle che ai miei piedi fanno la parte di Maria, più di quelle che fanno la parte di Marta, perché mi tengono più compagnia e la imitano di più”. Un giorno Gesù fece questa confidenza a suor Consolata Ferrero, suora visitandina e serva di Dio, morta in concetto di santità il 1° settembre del 1916, nel monastero di Como. In realtà, Maria di Betania, si prese almeno due rimproveri da come emerge dai Vangeli. Il primo, dalla sorella Marta affaccendata nel preparare un pasto a Gesù e ai suoi familiari, che la ammoniva di non esserle di aiuto. Il secondo da Giuda, poco prima della morte in croce del Signore, quando giudicò che Maria sperperava i soldi per aver cosparso i piedi di Gesù con puro nardo, molto prezioso e costoso. Giuda pensava che quel profumo si sarebbe potuto vendere, per darne il ricavato ai poveri. Maria in questi due eventi non si difese ma lasciò che fosse il Maestro stesso a proteggerla dai rimproveri. Essere contemplativi sull’esempio di Maria, non significa starsene seduti tutto il giorno a pregare, (i monaci, infatti, dedicano una parte della loro giornata al lavoro) ma dare la priorità alla vita dello Spirito, perché, come afferma San Paolo, lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. A tal proposito desidero raccontarvi un fatto dei monaci del deserto che ci indica come sapevano organizzare armoniosamente la loro giornata, senza cadere nell’ozio che, come si dice, è il padre dei vizi. È una virtù saper organizzare bene le proprie giornate. Abba Antonio era ancora agli inizi della sua vita solitaria nel deserto quando un giorno fu preso dall’angoscia. La sua preghiera era arida, non aveva più la serenità dello spirito. Si inginocchiò a terra e pregò: “Ti prego Signore salvami perché sono perduto!”. Alzò poco dopo lo sguardo e vide un’ombra sulla parete. Era un monaco in tutto uguale a lui! Lo osservò e notò che lavorava con la corda, poi si metteva in preghiera con le mani levate al cielo. Dopo un certo tempo si metteva di nuovo al lavoro. Quando la visione fu svanita, udì una voce che diceva: “Fa questo e sarai salvo”. Antonio comprese l’ammonimento. Da allora imitò sempre quell’esempio che gli aveva mostrato l’Angelo del Signore e fu salvo. Antonio si sentì avvolgere da una forza e un coraggio nuovo. C’è un tempo per pregare e un tempo per lavorare, un tempo per mangiare e un tempo per dormire. Così direbbe il saggio Qoèlet. San Paolo esorta: “Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio”. (1 Cor 10, 31) Suor Sandra Künzli di Suor Sandra Künzli
Intervista a fra’ Michele Ravetta, cappellano delle strutture carcerarie cantonali.
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)