La Confederazione ha annunciato oggi, 3 marzo, la riduzione del tasso di riferimento. I costi per l’alloggio restano tuttavia la causa principale per cui le persone si trovano in difficoltà finanziarie o addirittura in povertà. “I problemi relativi all’alloggio sono sempre più al centro dell’attenzione nei nostro consultori sociali”, rivela Caritas Svizzera in un comunicato stampa.
Chi cerca un nuovo appartamento, deve fare i conti con costi elevati anche in futuro. L’abbassamento del tasso ipotecario di riferimento non ha infatti nessun influsso sui canoni di affitto di mercato. Per i contratti di locazione esistenti, in alcuni casi si ha diritto a una riduzione del canone pari al 3 per cento. La Banca cantonale di Zurigo stima che a beneficiarne sarà però soltanto un terzo degli inquilini e in molti dovranno lottare per ottenerla. Se si considera, inoltre, che il tasso di riferimento nel 2023 è aumentato, in due fasi, dello 0,5 per cento in totale, è evidente che la riduzione odierna di un quarto di punto percentuale non è affatto sufficiente per allentare la tensione sul mercato degli alloggi, come afferma Aline Masé, responsabile Servizio politica sociale di Caritas Svizzera.
La situazione nei consultori sociali di Caritas Svizzera conferma che la crisi degli alloggi crea sempre più emergenze esistenziali alle persone con un budget limitato. «I problemi legati all’alloggio sono da molto tempo la preoccupazione numero uno dei soggetti indigenti», continua Masé. In alcune regioni, Caritas Svizzera registra un ulteriore aumento delle richieste relative a questo tema.
In particolare, hanno bisogno di aiuto le persone che hanno ricevuto una disdetta a causa di una ristrutturazione o coloro che devono cercare un nuovo appartamento in seguito all’aumento della pigione. Gli alloggi a prezzi contenuti sono estremamente pochi. Masé: «Per le famiglie nella fascia di reddito basso spesso l’unica possibilità sono abitazioni troppo piccole, umide e danneggiate dalla muffa o rumorose, situate in luoghi periferici.» Alcuni non trovano nulla, restano senza casa e devono cercare rifugio da parenti o amici.
Durante i colloqui nei consultori Caritas Svizzera emerge anche che gli individui con un budget ristretto molto spesso vivono in appartamenti troppo cari e, di conseguenza, sono costretti a limitare le spese in altri ambiti, per esempio risparmiando sull’alimentazione, sull’abbigliamento o sui costi della salute. Allo stesso tempo, queste famiglie nel 2025 devono affrontare il terzo forte aumento consecutivo dei premi della cassa malati. «Devono decidere quali fatture pagare e quali pagamenti rimandare», conclude Masé. «Alcuni si indebitano per pagare l’affitto.»
Caritas Svizzera ritiene che sia necessario concedere, rapidamente e in modo non burocratico, la riduzione della pigione in seguito alla diminuzione del tasso di riferimento. In più, urge un sostegno mirato e immediato, sotto forma di sussidi per l’affitto, per tutti coloro che non ne trarranno nessun giovamento e continueranno a soffrire a causa dei costi dell’alloggio. Per far fronte all’emergenza degli affitti sul lungo termine, i Cantoni e i Comuni devono tuttavia investire tempestivamente anche in spazi abitativi convenienti e in una densificazione socialmente sostenibile.
red
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