di Silvia Guggiari
In Avvento la diocesi di Lugano propone un’azione di sostegno concreto ai suoi missionari nel mondo.
Tra loro vi sono Ester e Francesco Benincasa. Per raccontare la loro storia facciamo un salto al 2018: sono una coppia di giovani sposi, lui lavora come informatico nella clinica di Moncucco, lei è parrucchiera. Si sono conosciuti giovanissimi, a 14 anni, a 16 si sono fidanzati e a 21 anni, nel 2009, si sono sposati. Di materiale non manca nulla: una bella casa, una macchina e tutte le comodità. Nel loro cuore c’è il grande desiderio di avere dei figli che però non arrivano. Nel 2018, come frutto dell’esperienza di fede nel Cammino Neocatecumenale, decidono di rispondere a un'altra chiamata, quello di partire in missione. Da qui la decisione di accettare di partire per il Mozambico: «Con l’aiuto di Dio – confida Francesco – siamo stati capaci di lasciare tutto quello che pensavamo essere fondamentale per la nostra vita, i soldi, il lavoro e tutte le sicurezze». In Mozambico, Ester e Francesco iniziano un’opera di evangelizzazione nell’arcidiocesi di Maputo, la capitale: «In accordo con il vescovo locale – spiegano i coniugi –, visitiamo le diverse realtà, conosciamo il parroco e proponiamo un percorso di iniziazione cristiana che inizia con una quindicina di incontri, dando vita a una piccola comunità cristiana. Durante gli anni abbiamo sperimentato come una parola è capace di trasformare il cuore dell’uomo: abbiamo visto persone così povere e misere trasformate dalla Parola. Questa per noi è stata la conferma che il Vangelo è vero ed efficace. In mezzo a tanta miseria, queste persone si sono sentite amate da Dio e hanno saputo iniziare ad amare, fino a perdonare il nemico».
Un'opera di evangelizzazione che porta i due giovani a conoscere la realtà della comunità mozambicana: «Siamo molto legati alla Chiesa locale e rispondiamo anche ad altre necessità che ci vengono chieste: abbiamo collaborato alla visita del Papa nel 2019, come anche ci è stato chiesto di collaborare con la comunità di S. Egidio nel servizio alla mensa per i poveri». Ma come sta la Chiesa in Mozambico? «È una Chiesa sofferente – risponde Francesco –, che vive le conseguenze di una nazione problematica, in difficoltà, per certi aspetti chiusa e radicata ancora in una “cultura tribale”».
Quella del Mozambico è una realtà drammatica, la precarietà è totale: «Non si tratta solo della povertà di denaro, ma anche culturale, dove la gente vive ormai senza speranza nel domani. Vedere tutti i giorni le ingiustizie subìte dal popolo ti fa soffrire molto, ma il Signore ci ha permesso di viverlo con fede», dicono i giovani ticinesi. «In questi anni ci siamo sentiti messi alla prova, a volte soli, ed è in questa solitudine che vivi una forte esperienza con Dio. Fondamentale è sempre stata la nostra comunità di Pregassona che continua ad accompagnarci, a pregare per noi e a sostenerci economicamente». Attualmente «nella capitale i disordini sono all’ordine del giorno con il rischio di una guerra civile. Al governo vi è lo stesso partito da più di 50 anni; si pensa che nelle recenti elezioni vi siano stati dei brogli che abbiano impedito la vittoria del candidato favorito dal popolo. Per questo, lo scorso 7 novembre, è stato indetto uno sciopero nazionale: ci sono stati molti disordini e un numero di vittime imprecisa to». Con questo scenario, i coniugi Benincasa sono rientrati in Ticino e ora non sanno se e quando faranno ritorno in Africa, anche perché da poco più di un anno la famiglia si è allargata.
Dopo cinque anni immersi nella missione, per Ester e Francesco arriva «una notizia totalmente inattesa, un miracolo concesso da Dio». La nascita di Rachele rivoluziona le loro vite: i due sposi si interrogano sul futuro della loro missione e decidono di provare a rimanere in Mozambico. Ma lo scenario politico dopo 12 mesi li costringe, per il momento, a rientrare in Ticino, per prudenza nei confronti della figlia: «Dopo 14 anni di attesa, abbiamo deciso di continuare la missione in tre, fidandoci un’altra volta di Dio. Questo primo anno con lei è stato molto positivo; ora siamo in attesa di capire quale sarà il nostro futuro».
La Conferenza Missionaria della Svizzera Italiana (CMSI) lancia l’Azione Natalizia a favore dei missionari locali impegnati in tutto il mondo. È possibile fare un’offerta alla «CMSI», via Cantonale 2A, 6900 Lugano, IBAN CH22 0900 0000 1602 0271 9.
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)
Oggi, mercoledì 18 dicembre, alle 20.30, padre Francesco Patton ofm, sarà in Ticino per un incontro dal titolo "Il coraggio della pace. Riflessioni su dialogo, riconciliazione e speranza (quando tutto sembra perduto)". Modera Andrea Fazioli