È venuto a mancare nelle scorse ore padre Claudio Marano, conosciuto anche in Ticino per essere stato il fondatore del Centro giovani "Kamenge" in Burundi, la cui attività è sostenuta dal 2007 dall'Associazione ticinese "Amici Ticino per il Burundi" (AmTiBu). "Ci uniamo ai tanti che lo ricordano in questo momento", sottolinea in un messaggio pubblico l'Associazione, "per le sue attività straordinarie, tra le quali la fondazione del Centro giovani. Il Centro ha salvato e dato speranza a migliana (se non di più) di bambini e ragazzi dei quartieri Nord di Bujumbura, svolgendo un ruolo fondamentale durante la guerra civile. Una luce di fratellanza e amore".
Classe 1951, il sacerdote era nato a Melarolo, piccola frazione di Trivignano Udinese, in Italia. Dopo l’ordinazione e un anno in Francia, nel 1980 si era recato per la prima volta in Burundi dov’era rimasto per 5 anni fino alla cacciata dei missionari dovuta alla dittatura militare. In seguito lavorava fino al 1990 per la stampa missionaria e poi ritornava in Burundi per intraprende l’avventura del Centro giovani.
"Tutto ha avuto inizio da un campo di due ettari, coltivato a fagioli e mais. Lì si comincia a costruire un Centro dove i giovani, tutti, gli Hutu e i Tutsi, quelli di un quartiere e quelli dell’altro, i musulmani con cristiani e protestanti, possano divertirsi assieme, frequentarsi, conoscersi", ricorda il Messaggero veneto.
«Il nostro scopo – spiegava allora padre Claudio – era creare un ambiente attraente, con strutture, spazi, attrezzature dove i giovani potessero vivere assieme e imparare la fraternità. Utilizzando i linguaggi più diversi, dallo sport al film, dal teatro alla musica, nel Centro Kamenge si parla della pace ma, soprattutto, si propone la vita in pace".
"Non è facile, perché fuori si spara e le case vengono distrutte. Non è facile per un ragazzo di un’etnia parlare con un giovane di un’altra etnia, sapendo che fuori i suoi familiari sono stati ammazzati. Non è facile vincere odi e paure. Non è facile giocare a calcio con un arbitro che grida “tutti a terra” quando si sentono fischiare le pallottole".
In 25 anni si calcola che si siano iscritti al Centro oltre 50'000 giovani. Sono in duemila a frequentarlo ogni giorno, giovani dai 16 ai 30 anni.
«Abbiamo lavorato sulle differenze – precisava padre Claudio –, coinvolto i rappresentanti delle varie religioni e i diversi quartieri con i loro club e le loro associazioni. Abbiamo cercato di aprire il Centro al mondo esterno».
Per un periodo il Centre Kamenge ospitò anche un ospedale da campo.
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(red)
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