L'avanzata dell'estrema destra è stato il dato più eclatante delle elezioni del Parlamento europeo del 9 giugno 2024. La Commissione degli episcopati dell'Unione europea (COMECE) in un comunicato ha esortato l'istituzione a “dare risposte adeguate alle reali preoccupazioni” dei cittadini. “La bassa affluenza alle urne (circa il 51%, ndr), unita al forte aumento dei partiti nazionalisti ed euroscettici, in particolare nei Paesi fondatori dell'Unione europea (UE), è la prova di una forte insoddisfazione per i risultati dell'UE”, ha osservato la COMECE in un comunicato. “Sebbene questo dato sia in linea con a quello delle precedenti elezioni europee, rimane insufficiente e indica una persistente mancanza di interesse e di impegno da parte dei cittadini dell'UE”, continua la commissione cattolica.
Allo stesso tempo, i vescovi si rallegrano che sia stata mantenuta una maggioranza pro-europea in Parlamento. Il Partito Popolare Europeo (PPE), che riunisce i partiti cristiano-democratici e liberal-conservatori di centro, centro-destra e destra di tutto il continente, ha mantenuto la sua maggioranza. Il gruppo guidato dalla tedesca Ursula von der Leyen ha conquistato oltre 400 dei 720 seggi del nuovo Parlamento europeo. La COMECE si compiace del fatto che “la maggioranza degli elettori ha espresso il proprio sostegno al progetto europeo e un forte desiderio di più Europa”. A marzo, la Commissione aveva già invitato i cittadini europei a votare in difesa del progetto europeo e dei valori cristiani.
Ora che le elezioni sono terminate, i vescovi europei sono preoccupati nel constatare l'ascesa al potere dell'estrema destra, in particolare nei Paesi fondatori dell'UE, come Francia e Germania. Sebbene la crescita di questi partiti sia stata inferiore alle attese, ha chiaramente spostato a destra il baricentro della politica europea.
La Conferenza episcopale francese (CEF) ha invitato a “non sbagliare la posta in gioco”.
In Francia, la lista Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen ha ottenuto una svolta storica, conquistando oltre il 31% dei voti. Questo risultato ha spinto il presidente Emmanuel Macron a sciogliere l'Assemblea nazionale e a indire le elezioni legislative per il 30 giugno 2024. Sull'altra sponda del Reno, il partito nazionalista Alternative für Deutschland (AfD) ha ottenuto quasi il 16% dei voti. I partiti della “destra dura” hanno aumentato significativamente la loro rappresentanza anche in Austria, Italia, Paesi Bassi e Ungheria.
Nei Paesi nordici dell'UE, invece, si è registrato un calo dell'estrema destra e un rafforzamento dei partiti di sinistra.
Per la COMECE, l'ascesa dei partiti nazionalisti ed euroscettici “testimonia una forte insoddisfazione per i risultati dell'UE. I risultati di queste elezioni incoraggiano tutti noi, in particolare i neoeletti eurodeputati e i futuri commissari, a lavorare per ridurre il divario percepito tra l'Unione europea e i suoi cittadini e a fornire risposte adeguate alle loro reali preoccupazioni".
Un tono piuttosto neutro per la Commissione, in un momento in cui gli episcopati di molti Paesi, tra cui Francia e Germania, hanno preso chiaramente le distanze - prima del voto - dall'estrema destra. Pochi giorni prima del voto, la Conferenza episcopale francese (CEF) ha invitato a “non sbagliare la posta in gioco” nelle elezioni europee. “Non abbiamo il diritto di costruire la nostra Europa come un insieme di Stati ripiegati sulla propria identità”.
In Germania, in occasione dell'ultimo Katholikentag (Giornata cattolica), dal 29 maggio al 2 giugno 2024, la Chiesa del Paese ha ribadito l'incompatibilità dell'estremismo di destra con la fede cristiana. Nel febbraio 2024, la Conferenza episcopale tedesca (DBK) ha invitato i cittadini a non votare per l'AfD. Diversi vescovi, tra cui Mons. Georg Bätzing, vescovo di Limburg e presidente della DBK, hanno partecipato a manifestazioni contro l'ascesa dell'estrema destra.
Alla vigilia delle elezioni, il cardinale Matteo Zuppi di Bologna, presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI), e il vescovo Mariano Crociata di Latina, presidente della COMECE, hanno pubblicato una lettera pubblica ampiamente percepita come ispirata da Papa Francesco. Monsignor Crociata, intervistato da Avvenire, si è così espresso: "Un’Europa “assediata” dai problemi ha quanto mai bisogno di trovare compattezza. Senza questo sforzo di continuare a stare e a lavorare insieme, i singoli Paesi sono condannati a rimanere isolati e inesorabilmente deboli. La domanda è piuttosto in che modo possiamo far capire che c’è un’urgenza simile se non pari a quella che portò i padri costituenti a creare l’organismo europeo. (...)La preoccupazione che emerge dalla Lettera è quella di avvertire circa l’unità sempre più necessaria e più forte. Un’unità invece fragile è pericolosa per l’Ue e per il suo ruolo, le impedisce di crescere e progredire. Un’Europa debole è dannosa e pericolosa per i Paesi membri ed è inutile nel confronto tra le grandi forze geopolitiche del mondo d’oggi. Naturalmente, nel documento si parla anche dei grandi temi del dibattito attuale. Senza ledere l’autonomia e l’identità delle singole nazioni, il processo di evoluzione del mondo globalizzato ha bisogno di un soggetto europeo più forte. Se non siamo capaci di una linea comune, l’Europa rischia di restare un luogo di scambi economici vantaggiosi per tutti, ma non un soggetto internazionale capace di interloquire con gli altri. In questo contesto la difesa comune è un tema da affrontare anche per trovare il giusto equilibrio, pure economico, tra i vari Paesi".
(cath.ch/com/crux/ag/arch/rz/traduzione e adattamento redazionecatt)
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