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  • Hospice in Russia: una mostra a Lugano sulla storia della lotta per la cura

    Hospice in Russia: una mostra a Lugano sulla storia della lotta per la cura

    di Federico Anzini

    Dal 14 al 22 febbraio 2025, l’Università della Svizzera italiana (USI) ospiterà la mostra «Hospice - Storie di una Russia sconosciuta», un’esposizione che racconta la nascita e lo sviluppo della rete di hospice in Russia, luoghi di accoglienza e cura per malati terminali e le loro famiglie. La mostra, curata dalla Fondazione «Russia Cristiana», dalla Fondazione «Casa del Faro» di Mosca e dalla Fondazione «Vera», giunge a Lugano dopo essere stata presentata al Meeting di Rimini nel 2024.

    Nella Russia di oggi esiste una società civile, nata durante l’epoca sovietica, fondata grazie ad una impegnativa lotta sull’umanità e la cura e ispirata da figure come padre Aleksandr Men’, prete e teologo ortodosso russo (1935-1990). Un esempio significativo di questa società con forti valori sono la «Casa del Faro», un hospice pediatrico che assiste oltre un migliaio di piccoli pazienti e le loro famiglie e la rete di hospice fondata da Vera Millionš Ikova, presente in varie regioni della Federazione Russa.

    La mostra allestita alla USI si apre con un evento previsto per venerdì 14 febbraio, alle 20.45, nell’Aula polivalente del Campus Est, in cui si approfondirà il tema della cura dei fragili come elemento fondamentale nella costruzione di una società civile (vedi sotto). Ne parliamo con Roberto Laffranchini, del Centro culturale della Svizzera italiana che organizza l’allestimento.

    Roberto Laffranchini, come è nata l’idea di portare questa mostra all’Università della Svizzera italiana?

    Negli scorsi anni abbiamo avviato una fruttuosa collaborazione con l'associazione studentesca Student Point dell'USI. Insieme, abbiamo organizzato alcune mostre che hanno suscitato un buon interesse tra gli studenti, gli operatori universitari e persone esterne che hanno potuto usufruire delle visite guidate. Questa mostra, che affronta il tema delle cure palliative, tocca tematiche rilevanti anche per chi si sta formando nella Facoltà di scienze biomediche dell'USI.

    Di questa mostra cosa l’ha colpito maggiormente?

    La mostra racconta la nascita degli hospice in Russia, promossi da persone, molte delle quali impegnate nel volontariato, che, attraverso percorsi molto diversi, si sono trovate a fare i conti con la malattia, la sofferenza e la reclusione dei malati in strutture inadatte e prive di risorse. Mi ha colpito profondamente l'umanità e il coraggio di queste persone, che hanno lottato per cambiare le leggi statali, offrendo un'assistenza medica di qualità, ma soprattutto un accompagnamento umano che abbracci tutti gli aspetti della vita: il desiderio di bellezza, il bisogno di condivisione dei grandi interrogativi sul vivere e sul morire. Anche da noi, pur avendo accesso agli strumenti tecnici più avanzati, non possiamo dimenticare che queste domande toccano tutti, non solo i malati e gli operatori sanitari, ma anche i loro familiari. In questo senso, l'hospice ci invita a riflettere sulle fragilità umane che spesso preferiamo ignorare.

    La mostra è suddivisa in tre sezioni, ognuna con un focus ben preciso...

    La prima parte racconta la storia degli hospice in Russia, a partire dal primo hospice inaugurato a San Pietroburgo nel 1990, fino alla nascita dell'hospice pediatrico nel 2012, un servizio innovativo che offre cure palliative a domicilio per bambini malati terminali. In questa sezione vengono esplorati anche i cambiamenti legislativi che hanno permesso l'espansione delle cure palliative.

    La seconda parte, intitolata “Vite che si intrecciano”, racconta le storie delle persone che hanno dato vita agli hospice, spesso incontrandosi per caso o grazie a un destino comune legato alla malattia e alla sofferenza.

    La terza parte si sviluppa intorno alla domanda provocatoria: “Hospice: luoghi di vita o di morte?”. Qui si esplora il ruolo dell'hospice come spazio di vita nella sua interezza, con realismo, accompagnando le persone a custodire la vita fino alla fine e assecondando l’attaccamento alla vita in tutti i modi possibili.

    L’evento inaugurale e la mostra

    L’evento inaugurale della mostra si terrà venerdì 14 febbraio alle 20.45 nel «Campus Est» della USI a Lugano. Interverranno la dott.ssa Claudia Gamondi, responsabile del Centro di eccellenza per le cure palliative del CHUV di Losanna, e padre Giovanni Guaita, monaco ortodosso e collaboratore dell’hospice «La Casa del Faro» di Mosca. L’incontro sarà introdotto dal dottor Giovanni Pedrazzini, decano della Facoltà di scienze biomediche dell’USI.

    Info e prenotazioni per visitare l’esposizione a mostrahospice@gmail.com.

    La mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 8 alle 20, con visite guidate disponibili su prenotazione nei giorni feriali e nel fine settimana.

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