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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (7 gennaio 2025)
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  • Il 2024 di Papa Francesco, artigiano di pace e pellegrino nel mondo

    Il 2024 di Papa Francesco, artigiano di pace e pellegrino nel mondo

    Il viaggio più lungo nel Sud Est Asiatico e in Oceania (quasi due settimane) e quello più corto in Corsica (circa dieci ore). Quasi 200 appelli contro le guerre, le «crudeltà» nei confronti dei bambini, la produzione di armi e la pena di morte. Incontri con autorità di Medio Oriente e Ucraina e con le vittime dei conflitti. Lettere-appelli ai nunzi a Kyiv e Mosca e ai cattolici della Terra Santa. Messaggi vigorosi al G7, al G20, al Forum di Davos, alla Cop29. Riforme e ristrutturazioni interne al Vaticano o nella Diocesi di Roma. Poi telefonate, telegrammi, videomessaggi, interviste, biografie, prefazioni di libri e pure una enciclica, la Dilexit Nos, sulla devozione al Sacro Cuore di Gesù. E ancora: il Sinodo sulla Sinodalità, le visite nelle parrocchie di periferia di Roma e gli incontri coi sacerdoti. Infine, il Giubileo della Speranza con l’apertura della Porta Santa a San Pietro, il 24 dicembre, e poi a Rebibbia, carcere divenuto per un giorno «basilica». Non c’è stato un periodo di stallo, un momento di pausa, un mese di riposo per Papa Francesco in questo 2024 in conclusione. Un anno a dir poco intenso per il Pontefice, tra le contingenze mondiali, il governo della Chiesa universale e i preparativi dell’Anno Santo. Lo ripercorriamo attraverso le tappe fondamentali e le parole chiave.

    A - Asia e Oceania

    Dal 2 al 13 settembre Francesco ha compiuto l’impresa più impegnativa: un viaggio di quasi due settimane nel Sud-Est asiatico con tappe in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Leste, Singapore. Un viaggio a cavallo tra due continenti, quattro diversi fusi orari, 32.814 chilometri percorsi in aereo. Un viaggio “sogno” accarezzato già nel 2020 prima della pandemia di Covid e una sfida vinta per chi temeva eventuali problemi di salute. Scene indimenticabili hanno scandito la trasferta papale: i gesti di affetto con il grande imam di Giakarta; l’accoglienza per strada con canti e balli tribali della popolazione di Port Moresby; l’oltre mezzo milione di persone a Dili, lungo le coste e i marciapiedi o arrampicati sugli alberi; la Messa composta e ordinata nello scenario futuristico di Singapore. Il Papa, entusiasta, mai stanco ma rinvigorito dall’incontro con questi popoli giovani e queste Chiese vive, è riuscito a incastonare nel programma anche una tappa a Vanimo, ai confini della Papua Nuova Guinea, raggiunta in aereo militare, per incontrare i missionari argentini che annunciano il Vangelo nelle foreste tra gli indigeni. Un viaggio che, dopo l’Iraq, rimarrà tra i capitoli più significativi della storia del pontificato.

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