di Laura Quadri
«È la prima volta che il vescovo viene ufficialmente invitato per ricordare con noi la Giornata del Malato. Sono sicura che renderà ancora più bello il dialogo con i malati e gli ospiti della struttura che visiteremo». È con entusiasmo, ma soprattutto con la speranza di offrire un segno tangibile di vicinanza a chi soffre, che Ivana Petraglio, dallo scorso anno presidente dell’Associazione Giornate del malato della Svizzera Italiana, ci racconta la giornata di oggi, 2 marzo, durante la quale una delegazione speciale, comprendente mons. de Raemy, visiterà alcuni malati residenti in Vallemaggia:
«L’arrivo alla “Residenza alle Betulle” di Cevio è previsto alle 10. Si tratta di una struttura quasi unica in Ticino per la sua composizione: accoglie infatti, oltre alla Casa anziani, un foyer per disabili e un reparto per le cure acute transitorie, dove le persone dimesse dagli ospedali del Cantone possono beneficiare di qualche settimana di cure, in vista del rientro al proprio domicilio. Dopo le visite nella struttura, per la prima volta, lasceremo la realtà sanitaria stazionaria e ci recheremo presso alcune famiglie residenti in bassa Vallemaggia. La Giornata, infatti, è pensata non solo per il malato ma anche per chi gli sta attorno, la rete dei famigliari curanti e i servizi sul territorio».
La Vallemaggia, ci spiega Petraglio, «è stata scelta appositamente dopo la grande ferita e la sofferenza inferta nell’animo e nella vita delle persone dalle catastrofi dell’anno scorso. Infatti, la “malattia” deve essere intesa in senso ampio, bisogna andare oltre il male fisico: anche la depressione, l’essere senza lavoro e senza casa, l’aver subito un lutto, il fatto di provare un senso di precarietà e di inadeguatezza, possono essere causa di sofferenza. Mi colpisce il numero di gruppi di auto-aiuto attivi in Ticino, che riconoscono la necessità di tenere conto di questa ampia definizione di malattia: sono oltre 100; una rete incredibile a disposizione di chi vive un momento di difficoltà».
E proprio «Aiuto all’auto-aiuto», prosegue la Presidente, è il motto scelto per l’edizione della Giornata di quest’anno; al centro il concetto di «condivisione»: «Condividere non è una pacca sulla spalla, bensì è fare in modo che tutti, dalla nostra Associazione alla società, possano promuovere la resilienza, aiutando le persone a scoprire la capacità di superare i problemi. Non è una condivisione consolatoria, è piuttosto un’azione per riportare a galla i talenti di ciascuno e così affrontare le proprie difficoltà. Il mio desiderio? Che si rifletta in tal senso oltre la Giornata, tutto l’anno. E vorrei da ultimo rivolgere un pensiero all’esempio sempre positivo che ci ha dato papa Francesco nel vivere le sue malattie: un malato che nonostante tutto non si lascia abbattere dal malanno. Un ottimo incoraggiamento».
Per la Giornata del malato 2025, coordinata dall’omonima associazione, oltre ad altre attività sul territorio, è oggi in visita in Vallemaggia una delegazione speciale: alle ore 10, arrivo all’Istituto «Residenza alle Betulle» a Cevio, saluti istituzionali, visita agli ospiti, pranzo; dalle 13.45 visita ad alcune famiglie.
La delegazione è composta da mons. de Raemy, mons. Nicola Zanini, Raffaele De Rosa, Ivana Petraglio, Anna De Benedetti, Stefano Cutunic, Katia Camozzi, Paolo Sanvido, Glauco Martinetti, Christian Camponovo.
Testimonianze dal Giubileo delle persone con disabilità. Evento diocesano vissuto alla Fondazione OTAF domenica scorsa, 9 marzo. Il vescovo de Raemy ha invitato a vedere la diversità come dono, promuovendo una cultura di inclusione e solidarietà nella comunità.
Saranno ospiti della FTL e dell'Associazione Sostenitori della Facoltà di Teologia (ASFTL) i cardinali Ouellet e Rouco Varela, protagonisti di una tavola rotonda, alle 18, che vuole ricordare i 30 anni della fondazione della facoltà voluta da mons. Corecco, primo nucleo universitario della Svizzera italiana.
Domenica, 9 marzo, all'OTAF di Sorengo, la Diocesi di Lugano ha celebrato il Giubileo delle persone con disabilità. Un’iniziativa sostenuta dal Vescovo Alain, che ha presieduto la Santa Messa, con un pranzo conviviale e un momento di testimonianze di coraggio e rinascita.