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  • Scienza e teologia: quale rapporto? Domani un dibattito al Centro culturale

    Scienza e teologia: quale rapporto? Domani un dibattito al Centro culturale "Monte Brè"

    Scienza e teologia: due mondi destinati a rimanere separati? Una domanda di attualità, a fronte dei molti saggi pubblicati di recente sul tema e che il Centro culturale «Monte Brè» a Lugano inviterà a porsi il prossimo lunedì alle 20.15, con due relatori d’eccezione: Massimiliano Berti, ordinario di matematica presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, e don Lorenzo De Vittori, sacerdote ticinese addottoratosi in fisica al Politecnico di Zurigo. L’incontro, intitolato «Fede perché scienza, o scienza perché fede?», è stato a sua volta pensato da Flavio Keller, prof. di fisiologia umana presso l'Università Campus Bio-Medico di Roma. «Lo spunto dell’incontro è la pubblicazione recente di un saggio di due scienziati francesi, Michel-Yves Bolloré e Olivier Bonnassies, e disponibile anche in italiano, “Dio. La scienza, le prove. L'alba di una rivoluzione”, un volume che intende affrontare il tema del rapporto tra scienza e fede dal punto di vista di un gruppo di scienziati credenti e che proprio per questo ha suscitato molta discussione. L’idea di fondo degli Autori è quella di una compatibilità tra fede e scienza, diversamente da quanto pensato da altri», spiega Keller. Ma quale sarà, lunedì sera, l’approccio al problema? «Ho chiesto ai relatori di mostrare come questo dibattito si sia sviluppato storicamente. A volte infatti sembra che manchi questa prospettiva. E poi di cercare un equilibrio tra posizioni estreme. Speriamo anche in tante domande dal pubblico». L’incontro si inserisce nel programma culturale del Centro «Monte Brè» che «da un anno a questa parte sta implementando le occasioni di incontro per cercare di dare un impulso di valore verso temi particolarmente attuali». Ma, in fin dei conti, scienza e fede possono convergere? «Chi ha studiato teologia sa che è certamente possibile. Sono i teologi, per primi, ad ammettere che Dio ha creato l’uomo con chiare capacità intellettive, che gli permettono di interpretare la Creazione. È il famoso argomento di Galileo: il “libro della Bibbia” e “libro della natura” non si contraddicono, ma si integrano. Anche Keplero ammetteva che il fine ultimo delle sue ricerche sulle leggi del moto dei pianeti era comprendere la mente di Dio nel creare l’universo». La moderazione dell’incontro è affidata a Michele Zorzi.

    (LQ)

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