di Katia Guerra
Sono rientrati in Ticino i più di 320 partecipanti al pellegrinaggio diocesano a Lourdes, accompagnati dall’amministratore apostolico mons. Alain de Raemy. Seguendo l’invito della Madonna «Voglio che qui si venga in processione» - questo il tema 2024 di Lourdes - trasmesso attraverso la giovane Bernadette, alla quale la Vergine Maria è apparsa più volte, anche la Chiesa ticinese si reca ogni anno al santuario mariano.
Pace, preghiera, protezione, ascolto, forza, condivisione, amicizia, servizio sono alcune delle parole che abbiamo raccolto dalle voci che si sono giunte da Lourdes negli scorsi giorni. E poi c’è l’acqua: in una delle sue apparizioni, la Vergine Maria indicò a Bernadette dove scavare per trovare la sorgente, dalla quale sgorga ancora oggi l’acqua alla quale milioni di persone si dissetano e si lavano. Da qui ha preso avvio la tradizione di immergersi nelle piscine, fonte di preghiera e di rinnovamento, interrotta però dal coronavirus.
«Ora è di nuovo possibile, ma solo su riservazione. Ciò che si continua a proporre è il gesto dell’acqua», ci racconta Barbara Thurler, che come scout porta al collo il Foulard bianco, segno inconfondibile del forte legame con Lourdes, e si occupa del servizio di animazione alle piscine. «Accogliamo i pellegrini e li invitiamo a lavarsi le mani, la faccia, e bere l’acqua e lasciamo loro un momento per il raccoglimento e la preghiera», ci spiega. «Sono sempre momenti molto belli perché si ha la possibilità di incontrare persone provenienti da tutto il mondo e si vive con loro la commozione e l’emozione del momento. Mi sorprende la capacità di molti di affidarsi ad altri». Barbara si reca tutti gli anni a Lourdes. «Per me non è lavoro, come pensano alcuni, ma la possibilità di ricaricare le batterie».
Rosy Guerra, a Lourdes fra gli ammalati, ricorda molto bene i momenti di immersione nelle piscine. «La sensazione era quella di sentirsi più leggeri, sereni, quasi di volare», ci racconta. Dal santuario mariano Rosy non vorrebbe andarsene mai. «Qui respiro un senso di pace e di armonia, faccia meno fatica a camminare e mi sento rinvigorita. A Lourdes vengo per sentirmi meglio e per pregare per tutti», ci confida.
Nel santuario francese, sotto lo sguardo della Madonna, il cuore sembra aprirsi più facilmente per «lasciare entrare Dio nella nostra vita così com’è, senza porre impedimenti perché anche le nostre difficoltà sono un invito a seguire Gesù», come ha ricordato mons. Alain de Raemy durante la Messa di apertura del pellegrinaggio.
A occuparsi di Rosy, ma non solo, c’è l’infermiera Martina Filippini, che a Lourdes viene per mettersi a disposizione di chi ha bisogno, e anche per uno scambio di esperienze. «È un dare e avere, da parte nostra un aiuto, da parte degli ammalati un esempio di forza». È una giovane volontaria, così come Elia Fornera, attivo come brancardier. «Per me offrire il servizio a Lourdes è un modo per seguire Gesù e per pregare», ci dice.
Si può scoprire il santuario mariano anche da ragazze e ragazzi grazie all'esperienza di Foulard gialli, gruppo che fa parte dell'Ospitalità diocesana ticinese. Accompagnati da animatrici e da un sacerdote, vi vive il pellegrinaggio alla propria portata. "Di Lourdes mi è piaciuto molto far felici gli ammalati e stare con loro, fare le attività con le persone che ci sono qui, vedere i miei amici con cui sono stata lo scorso anno scorso e conoscere persone nuove che c'erano quest'anno", ci racconta Denise. "Abbiamo animato tante messe con i rosari e anche attività come lavoretti per i malati"
Di giovani il pellegrinaggio diocesano ha più che mai bisogno, come ci dice anche Oscar Bizzozero, che a quasi ottant’anni e malgrado i problemi di salute, presta ancora servizio come volontario «a chi ha più difficoltà di me».
«Le esperienze che si vivono qui a Lourdes rimangono impresse per tutta la vita ed è un’opportunità per vedere le cose da un altro punto di vista», sottolinea. «Il miracolo, se così si può chiamare, non è nell’acqua ma nella fede». Spiegare il perché si torna a Lourdes, anno dopo anno, è difficile, anche perché le parole non bastano per capire. «Bisogna essere qui e viverla, questa esperienza»: è l’invito che vuole trasmettere ai giovani.
Per rivivere i momenti del pellegrinaggio: Gli articoli sul pellegrinaggio diocesano a Lourdes 2024
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)
Oggi, mercoledì 18 dicembre, alle 20.30, padre Francesco Patton ofm, sarà in Ticino per un incontro dal titolo "Il coraggio della pace. Riflessioni su dialogo, riconciliazione e speranza (quando tutto sembra perduto)". Modera Andrea Fazioli