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  • Storia delle religioni in quarta media: un primo bilancio dopo cinque anni

    Storia delle religioni in quarta media: un primo bilancio dopo cinque anni

    di Cristina Vonzun

    L’ora di Storia delle religioni obbligatoria per tutti gli allievi di quarta media ha compiuto cinque anni. Eravamo nell’anno scolastico 2019/20 quando la materia ha fatto il suo ingresso nella griglia scolastica dell’ultimo anno delle Medie, frutto di un precedente nulla osta da parte delle Chiese che rinunciavano alla presenza dell’ora confessionale di religione cattolica e protestante in quarta media (nel 2018/19 gli iscritti in quarta erano il 21,3%). Introduciamo un bilancio con il prof. Alberto Palese, aggiunto alla Caposezione Insegnamento Medio del Cantone ed esperto cantonale di Storia delle religioni, ospite di una serata di mercoledì 15 maggio alle 18, alla Salita dei Frati di Lugano, dedicata al tema.

    Prof. Palese, il corso di Storia delle religioni in Ticino è stato presentato cinque anni fa come una novità nel panorama europeo e svizzero. Potrebbe riassumerci quale?

    La novità è che si tratta di un corso basato sulle Scienze delle religioni che a differenza di altri corsi in Europa o nel resto della Svizzera non è l’evoluzione o di un corso confessionale o di un corso di etica, come è il caso nel resto della Svizzera del corso «Etica, religione e società».
    In Ticino si è invece realizzato un corso nuovo, fondato sulle scienze delle religioni e denominato Storia delle religioni.

    Cinque anni fa si fece un gran discutere sull’accesso dei docenti all’abilitazione a Storia delle religioni; il timore, da parte della Chiesa, era che i docenti formati in teologia venissero esclusi, poi si arrivò ad una soluzione positiva …

    Attorno al progetto sorsero alcune preoccupazioni a questo riguardo. In realtà la questione era mal posta, esiste nella scuola ticinese un criterio per l’accesso all’insegnamento in ogni disciplina e ci si è attenuti alle regole. Il docente deve avere un numero sufficiente di crediti nelle scienze delle religioni. Di fatto, oggi un discreto numero di coloro che hanno crediti di questo tipo provengono da un percorso teologico.

    Alla materia vi accedono allievi che non hanno mai frequentato religione confessionale con ragazzi che la frequentano per tutti i tre anni delle Medie. Cosa ricevono in più, questi ultimi, dal corso di Storia delle religioni rispetto agli anni precedenti, comunque organizzati con un taglio fortemente culturale e non come catechismo? Pensiamo, anche che si ritrovano con compagni che religione non l’hanno mai frequentata.

    Premetto che attualmente la frequenza dell’ora di religione confessionale in terza media è del 22%, in seconda del 37%, in prima del 47%. In Storia delle religioni si affrontano temi diversi che – per esempio – nel corso confessionale potevi affrontare solo in quarta; l’approccio di Storia delle religioni affronta il fenomeno con uno sguardo che ha contenuti e modalità differenti e complementari a quanto gli allievi hanno fatto prima; e da ultimo, essendo un corso estremamente breve, di un’ora alla settimana, si lavora per temi toccando punti nevralgici della società, come la convivenza tra le religioni. Quindi, da un lato non c’è una ripetizione di temi e dall’altro non c’è una differenza tra gli allievi che hanno fatto religione nei tre anni precedenti e quelli che non hanno mai frequentato religione. A livello di competenze in entrata contano maggiormente il contesto culturale e familiare dell’allievo.

    Qual è un primo bilancio e quali le prospettive?

    Il bilancio è positivo se si fa riferimento al fatto che è un inizio e che stiamo parlando di una novità nel campo di questa materia e quindi senza molte esperienze precedenti su cui basarsi. Questi anni hanno visto un grande lavoro collettivo di studio e di costruzione di un modello. Le prospettive quindi sono molto buone, ma siamo ancora lontani dall’avere una situazione stabile, per cui i docenti devono ancora mettere a punto alcuni aspetti. Da quest’anno è in preparazione un documento rivolto ai docenti che servirà a esplicitare quanto ora è presente nel piano di studio fornendo degli esempi di applicazione.

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