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  • Arte e fragilità. Una serata a Muralto con la Clinica Santa Croce

    Arte e fragilità. Una serata a Muralto con la Clinica Santa Croce "per cogliere, nella sofferenza, le sue opportunità"

    Una serata per ricordare che, in un modo o nell’altro, «la fragilità riguarda tutti» e per dimostrare che l’arte, in tutte le sue forme, può essere strumento di espressione vitale, per raccontarsi e raccontare il dolore. A proporla, ieri sera al Palazzo dei Congressi di Muralto, la Clinica psichiatrica «Santa Croce» di Orselina, con un titolo che ne descrivesse il senso e lo spirito: «Oltre il silenzio: l’arte come voce della fragilità». Due le iniziative proposte durante l’evento: la visione e poi la premiazione di tre cortometraggi amatoriali sul tema della fragilità mentale, frutto del concorso «Anime di vetro: storie di fragilità» indetto dalla Clinica, e alcuni spezzoni, recitati sul palco da Emanuele Santoro con l’accompagnamento musicale di Roberto Albin, dello spettacolo «Benvenuto in Psichiatria. Storie e incontri di straordinaria follia», basato sugli scritti di Giovanni Casula, educatore in un reparto psichiatrico di Cagliari.

    All’inizio della serata e al termine, durante una tavola rotonda, il confronto diretto con chi, quotidianamente, vive a contatto con la sofferenza psichica: Sara Fumagalli, direttrice della Clinica, e Antonio Caggioni, responsabile del Servizio di socioterapia presso la Clinica. A introdurli e a presentare il tema, Giovanni Pellegri: «Dobbiamo abituarci a pensare che l’altro è fatto della mia stessa stoffa. E ad assumere uno sguardo fondamentale sulle cose: siamo, rimaniamo sempre persone. Riconoscere la stoffa di cui siamo fatto è capire di cosa è fatta la fragilità e riconoscere che non vogliamo essere il nostro limite, ma cogliere, anche nel dolore, un’opportunità. Noi ci specchiamo nell’altro, l’altro racconta qualcosa di me. Le nostre ferite ci ricordano la nostra complessa, anche contradditoria umanità». «Una cosa che tengo molto a rievocare – ha proseguito la Direttrice della Clinica – è cosa intendiamo con cura. Veniamo da un concetto della scienza psichiatrica, in cui la persona non era considerata tale ma solo un “malato”. Oggi dobbiamo ricordarci che non curiamo un sintomo, ma esserci assieme alla persona, creare possibilità di incontro, spazi di condivisione che possono permettere anche un’espressione creativa. Dove l’incontro con l’altro è già, per sé stessa, creatività».

    A prendere quindi la parola, Caggioni: «Il nostro deve essere un luogo che accoglie persone in viaggio, un viaggio a volte anche tempestoso. I pazienti stessi trovano che oggi si parli molto di salute mentale nei media, ma dà ancora fastidio, talora, un certo modo non autentico di parlarne, che non rispecchia quanto vissuto sulla propria pelle ogni giorno. Così il nostro compito è garantire spazi di espressione». Espressione che si traduce anche in poesia; al termine del suo intervento, il relatore cita una poesia composta con i pazienti stessi durante i momenti in comune: «È un’opera collettiva, l’abbiamo intitolata “Frammenti di fragilità”. Ci ricorda che ogni “frammento” deve saper trovare il suo posto nel mondo. Ciascuno dovrà cavarsela, come un funambolo fragile e affascinante». E Pellegri chiosa: «Poesia, spettacoli teatrali, filmati sulla fragilità; quello che stiamo vivendo questa sera è un atto culturale profondo. Perché tutto ciò che va a quello che siamo dentro di noi è, fondamentalmente, arte».
    Tre i cortometraggi mostrati, selezionati tra oltre 40 filmati pervenuti: «Con i miei occhi» di Silvia Nobili, storia di un atto di bullismo che trova la sua risoluzione grazie alle cure poi prestate alla vittima; «La mia anima nascosta» di Marisa Zanga e «Vetro» di Valentina Sala.

    «Una rilettura autentica del nostro vissuto vuol dire dare spazio alla possibilità di accettarsi fragili e di porsi fragili nella società. Ripartire dalle nostre fragilità, dare loro valore, è un’opportunità che viene data a ognuno di noi», conclude Caggioni.

    Le donazioni della serata sono state destinate a «Pro Mente Sana».

    LQ

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