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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (7 giugno 2025)
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  • C’è un islam illuminato che è anche “grato” a papa Francesco

    Ricordando non solo il suo titolo di sovrano del Marocco, ma anche quello religioso, quale discendente di Maometto, profeta dell’islam, re Muhammad VI ha voluto far giungere a papa Francesco i suoi auguri in occasione del quarto anniversario del pontificato. Un gesto simbolico e non solo quello del Re del Marocco e «guida del fedeli», nel quale si parla dei più alti valori morali.

    Secondo il professor Younis Tawfiq, del consiglio degli esperti di islam italiano costituito dal Ministero dell’Interno, iracheno di nascita e che dopo l’assassinio del fratello da parte di miliziani dell’Isis ha recentemente perso la madre, a Mosul, per cure negate, «questo gesto dimostra che esiste un islam illuminato che è anche grato a papa Francesco. Grato per quel che ha fatto in tante circostanze. Io ricordo le ore drammatiche dell’assassinio di padre Jacques Hamel e non posso dimenticare quanti sul web, scrivendo “questo non è l’islam” aggiungessero sentimenti di profonda gratitudine per papa Francesco. Questi sentimenti ne fanno un leader morale globale? Io credo di sì, ma questi sentimenti vanno alimentati».

    Lei ritiene che il messaggio del Sovrano marocchino vada in questo senso, sia un gesto capace di alimentare questi sentimenti? 

    «Certamente, e non soltanto in Marocco. Lui sa bene che suo padre disse che quel Paese ha le radici in Africa e le fronde in Europa, ma sa anche che lui e altri leader islamici sono sotto l’attacco degli integralisti e reagisce agendo. L’impegno nella formazione “illuminata” di tanti imam, per esempio quelli francesi ma non solo, anche in tanti paesi africani, è la riprova di una visione “in uscita”, che intende riprendere il governo del pensiero religioso per arginare e poi capovolgere questa drammatica decadenza. Una visita del Re in Vaticano e del papa a Casablanca, sulla scia di quella di Giovanni Paolo II, che aveva capito questo valore cruciale del Marocco, sarebbero molto positive».

    Cosa dice questa visione di Mohammad VI alla convivenza tra le fedi in paesi islamici?

    «Dice che il secondo califfo, Omar, detto il “giusto”, appena conquistò Gerusalemme, da vittorioso quindi, non da sconfitto, stipulò subito il patto con i cristiani sui loro diritti di culto e non solo».

    Dunque oltre a quello con l’imam di al-Azhar un incontro con il Re del Marocco sarebbe un segnale utile al dialogo? 

    «Certamente: ma io ho un sogno e credo che i tempi siano maturi. Il mio sogno sarebbe una visita di papa Francesco a Riyadh. Re Salman ovviamente è pressato da tantissimi sui suoi fronti interni, ma ritengo che sarebbe capace di gestire un gesto del genere, che avrebbe risvolti epocali, per il mondo».

     

    (Riccardo Cristiano / Vatican Insider)

     

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