Sulla vicenda della vignetta di Charlie Hebdo che raffigura una Madonna piangente, con i sintomi del vaiolo delle scimmie, riportiamo l'intervista del Servizio Informazione Religiosa SIR al prof. Adriano Fabris, che oltre ad essere professore di Filosofia morale e di Etica della Comunicazione all’Università di Pisa e anche direttore dell'Istituto ReTe della Facoltà di teologia di Lugano.
“Charlie Hebdo” colpisce di nuovo e, stavolta, al centro delle polemiche una vignetta che raffigura una Madonna piangente, con i sintomi del vaiolo delle scimmie. A muovere le critiche verso il settimanale satirico francese sono state due associazioni francesi, Marie de Nazareth e La petite Voie, che hanno presentato una denuncia al tribunale di Parigi, accusando la rivista di “provocazione e incitamento all’odio religioso”. La vignetta, pubblicata lo scorso 16 agosto, è opera di Pierrick Juin, denunciato insieme al direttore editoriale di Charlie Hebdo, Laurent Sourisseau, in arte Riss. Pesante bocciatura della vignetta satirica, accompagnata dalla scritta “Vaiolo delle scimmie: prima comparsa del virus in Europa”, anche dalla Tribune Chrétien che, oltre ad aver parlato di “incitamento gratuito all’odio verso i cattolici di Francia”, ha lanciato anche una petizione per richiedere il ritiro della caricatura, firmata da quasi 25mila persone. Anche il vescovo di Bayonne, Marc Aillet, si è scagliato contro la vignetta scrivendo su X che “la libertà di espressione non può giustificare una caricatura così abietta”. Sulla vicenda il Sir ha interpellato Adriano Fabris, professore di Filosofia morale e di Etica della Comunicazione all’Università di Pisa.
Le confesso: questa vignetta davvero non la capisco. È rappresentata la Madonna, nella Grotta delle Apparizioni, tanto che c’è esplicitamente scritto Lourdes, ma la Vergine è disegnata con le tipiche vescicole causate dal vaiolo delle scimmie. D’altra parte, è scritto nella vignetta: “Vaiolo delle scimmie: prima apparizione del virus in Europa”. Come se non bastasse sulla sinistra della vignetta sono scritte delle parole che sono tutti modi in cui in francese si chiamano le prostitute. Una vignetta di solito dovrebbe far pensare o sorridere, ma in questo caso non suscita niente del genere.
Mi sono persino domandato se il primo caso di vaiolo delle scimmie in Occidente, in Europa o in Francia sia stato scoperto nella zona di Lourdes, perché sarebbe l’unico collegamento che riporterebbe la malattia a Lourdes, benché non giustificherebbe l’irrispettosità della vignetta verso la Madonna. Ma non ho trovato niente, nessun punto di collegamento tra la malattia e Lourdes. Quindi, ribadisco: non capisco la battuta! È come se, per pubblicizzare un’automobile, mettessi la Madonna o i Santi.
Volevo cercare di capire, infatti, il perché di quegli appellativi, che di certo non sono signorili. Sappiamo che una delle vie di trasmissione del vaiolo delle scimmie è rappresentata principalmente da “contatti molto ravvicinati” e sappiamo anche che le associazioni Lgbt hanno reagito contro l’informazione diffusa inizialmente che la malattia riguardasse soprattutto gli ambienti Lgbt. Se la correzione di rotta riguardo le persone che potevano essere più a rischio è stata fatta per certi tipi di comunità che meritano rispetto, non si capisce perché non ci debba essere lo stesso rispetto esercitato nei confronti di una figura centrale di un credo religioso. Tra l’altro, cosa vorrebbero dire? Nel caso della Madonna, possiamo ipotizzare che abbiano voluto attaccare un tratto di Maria importante per i cattolici, quale la verginità? Più si guarda la vignetta, più risulta un attacco gratuito, non comprensibile nei suoi collegamenti, estremamente insultante. È una vignetta pesantissima e ingiustificata.
L’unica spiegazione che sono riuscito a pensare di questa ingiuriosa vignetta è un prosieguo o una coda delle polemiche collegate all’inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi, con la parodia dell’Ultima Cena, che ha suscitato la reazione dei vescovi francesi e poi una parziale marcia indietro da parte dell’organizzatore della cerimonia di apertura dei Giochi olimpici. Forse, Charlie Hebdo vuole riaprire la polemica stuzzicando ancora una volta le comunità religiose cattoliche francesi.
Questo sì, sicuramente, ma allargherei lo sguardo e la cosa mi preoccupa molto di più. Non è solo un clima anti-cattolico, ma è un clima anti-religioso. Se si leggono i giornali francesi e i modi in cui vengono date determinate notizie – l’attentato alla sinagoga, le preoccupazioni collegate a eventuali azioni di comunità radicali di matrice islamica -, tutto questo viene presentato e gestito in molti casi sparando a zero contro le varie religioni, messe tutte sullo stesso piano e considerate tutte come occasione di oscurantismo. Questo è miope e stupido, lesivo di quel contributo che a una comunità, a una società, a un determinato Stato possono dare le varie comunità religiose. Si spinge, attraverso comportamenti veramente irrispettosi e, perciò, inaccettabili, a reazioni e, quindi, a ulteriori contrapposizioni. Mi sembra un modo molto poco sensato di gestire un momento storico e geopolitico di grande difficoltà.
Di certo, non si può stare zitti e non si può non pensare al fatto che Charlie Hebdo se la prende con i cattolici, visto che è meglio non prendersela con altre religioni… Torna la solita domanda: perché ci attaccano? Perché i cattolici sono sempre pronti a porgere l’altra guancia? In realtà, il rispetto va chiesto nelle forme che vanno garantite a tutti. Il punto di fondo è un altro.
Quello che fanno emergere queste vignette e questo modo di gestire i mondi religiosi in un contesto francese è un modello che assolutamente non funziona. Non è solo un insulto alla Madre di Dio per il cattolicesimo, è un’ulteriore riconferma che l’approccio di gestione delle diversità religiose, dell’esperienza e del sentimento religioso dei cittadini francesi è fallimentare. L’approccio assolutamente laico dello Stato, le norme che vietano l’esposizione di simboli religiosi in uno spazio pubblico e tutte le altre decisioni che sono state prese non solo non hanno portato a un’integrazione vera delle persone, ma sono di per sé irrispettose della diversità religiosa e di tutto quello che dalla propria diversità religiosa e culturale le persone credenti – non parlo solo dei cattolici, ma anche di ebrei e musulmani – possono portare alla costruzione di una comunità. Quello che stiamo vedendo ora in Francia è un modo sbagliato di gestire la convivenza civile tra persone che non la pensano solo in maniera laicista, ma fondano la loro vita su un’esperienza religiosa. Assistiamo ad una sorta di fondamentalismo laicista dello Stato francese. E se le espressioni sono quelle di Charlie Hebdo francamente non può venire niente di buono da questa impostazione.
AgenSir/red
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