di Federico Anzini
«Contemplate ogni giorno il volto dei santi per trovare riposo nei loro discorsi». In questa frase della Didaché - uno dei più antichi scritti cristiani del I secolo - è impressa l’indicazione che i cristiani vivano la loro esistenza protesa alla santità come dimensione normale della vita. E’ per questa ragione che la Pastorale familiare diocesana inserisce nel cammino formativo annuale un incontro volto ad approfondire la figura di un santo. Dopo aver invitato l’anno scorso i genitori del beato Carlo Acutis, il 30 novembre, sarà la volta dei genitori di Marco Gallo (1994-2011), adolescente “candidato alla santità”, morto in un incidente stradale a 17 anni. Abbiamo chiesto al card. Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano e a mons. Willy Volonté, delegato vescovile per la Pastorale familiare nella Diocesi di Lugano, di introdurci al significativo incontro di sabato prossimo.
Mons. Volonté, cosa l’ha spinta a proporre la figura di Marco Gallo come riferimento per le famiglie?
Questo stupendo ragazzo per me è l'esempio, come il beato Carlo Acutis, di una vita protesa alla santità, con una profondità di pensiero che raramente si incontra in questa giovane età. È un ragazzo traboccante di passione per la vita, consapevolmente spesa. Personalmente non conoscevo Marco né i suoi genitori né i tratti della sua vita. È stato il Cardinale Angelo Scola che mi ha fatto incontrare l’esperienza di questo liceale, dal momento che abitava con la famiglia nella Diocesi di Milano.
Card. Scola, cosa più l'ha impressionata di questo ragazzo, della sua vita e del suo modo d'essere?
Direi l'integralità e la totalità del suo desiderio di andare ogni giorno alla scoperta del senso della vita, della pienezza del senso della vita, nella coscienza che uno non vive mai bene finché non scopre questa pienezza. Questo ragazzo, sulla soglia dell'inizio della maturità, era tutto teso a capire per chi vivere e perché si vive. La sua dedizione al senso della realtà e delle cose mi ha colpito per la potenza di consapevolezza tanto che da quel momento non passa una giornata senza che la sua figura venga alla mia mente.
Mons. Volonté, lei come descriverebbe la personalità di Marco Gallo?
Un ragazzo che si è avvicinato progressivamente all'amore per Cristo in modo consapevole e determinato. Ma non era un amore “solitario” per Gesù, lo viveva nella comunità cristiana, con i compagni di scuola, con la sua passione per la montagna, per lo studio di Dante... È un esempio di umanità che, quando incontra Cristo, si allarga senza confini, abbraccia tutto e tutti. È questo “tutto” abbracciato, che impressiona in Marco. Sembra di risentire la frase di un retore romano, citato spesso da don Giussani di cui Marco è in qualche modo figlio: “Nulla che sia umano mi è estraneo”.
Card. Scola, Marco è cresciuto in una famiglia che ha preso gradualmente coscienza della grande fede del loro figlio. A volte i genitori possono essere educati dalla fede dei figli?
Secondo me la famiglia deve coinvolgersi con i figli a partire da una domanda seria di pienezza di vita che tante volte i ragazzi documentano e testimoniano senza che i genitori riescano a coinvolgersi in questa stessa esperienza. E’ evidente che il rapporto educativo tra genitori e figli riguarda tutte e due le realtà, riguarda i figli e riguarda i genitori. Leggendo il volume che la mamma e il papà di Marco Gallo hanno composto questo si vede in maniera chiara e si vede anche che i due genitori e i fratelli hanno capito solo dopo la morte di Marco cosa voglia dire dare la propria vita per Gesù.
Eminenza, uno dei tratti del mondo giovanile odierno è la paura del futuro, come se si sentissero abbandonati. Ragazzi come Marco, come il beato Carlo Acutis, che cosa possono dire ai giovani d'oggi?
Possono dire che senza la ricerca costante di una vita piena, i giovani soprattutto ma non soltanto loro, non riescono a non lasciarsi trascinare nella macina tipica della società di oggi perdendo così il gusto del vivere. Marco ha capito, ha imparato, ha visto che per vivere bisogna avere coraggio e che per vivere bisogna lasciarsi andare alle braccia del Signore. Bisogna conoscere Gesù e bisogna conoscerlo in tutta la sua pienezza e verità. Marco lo ha capito senza i capricci tipici dei ragazzi della sua età e ha cominciato a vivere così.
Mons. Volonté, cosa ha spinto la chiesa a valutare l'opportunità di avviare la causa di beatificazione di Marco Gallo?
L’avvio dell’introduzione della causa di beatificazione di Marco Gallo è stata annunciata ufficialmente il 1 novembre 2024. Durante un pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora di Montallegro a Rapallo (Liguria), davanti a 800 giovani il vescovo di Chiavari, mons. Devasini, ha detto: «In Marco ho incontrato una santità vissuta, un ricercatore inquieto e appassionato, pieno di tante domande. Chi l'ha incontrato se n'è accorto e l'hanno seguito». Insomma, Marco è un giovane sul cammino della “santità feriale”, quella praticabile da ogni giovane dal cuore libero e sincero.
L’incontro formativo con i genitori di Marco Gallo, adolescente recentemente “candidato alla santità”, sarà sabato 30 novembre 2024 ore 9.45 a Breganzona-Lucino.
Durante l’incontro sarà attivato il servizio di babysitting per i bimbi a partire dai 3 anni (previa iscrizione entro giovedì 28 novembre a info@pastoralefamiliare.ch).
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