Guardiamo ai Santi, fratelli e sorelle “plasmati dalle beatitudini”, “persone piene di Dio, incapaci di restare indifferenti ai bisogni del prossimo, testimoni di cammini luminosi, possibili anche per noi”. E domandiamoci se sappiamo chiedere a Dio, nella preghiera “il dono di una vita santa”, lasciandoci guidare “dai buoni impulsi che il suo Spirito” suscita in noi, praticando “le Beatitudini del Vangelo negli ambienti” in cui viviamo. È l’invito rivolto ieri dal Papa nella solennità di Tutti i Santi, rileggendo il Vangelo di Matteo proposto dalla liturgia, nel quale Gesù proclama le Beatitudini, “carta d’identità del cristiano e via della santità”, come ricorda nell’esortazione apostolica Gaudete et exsultate.
Gesù ci mostra un cammino, quello dell’amore, che Lui stesso ha percorso per primo facendosi uomo, e che per noi è ad un tempo dono di Dio e nostra risposta. Dono e risposta.
E’ un dono di Dio, per cui “è prima di tutto al Signore che noi chiediamo di farci santi, di rendere il nostro cuore simile al suo”, come il Papa sottolinea nella nuova enciclica Dilexit nos. E’ Lui che, con la sua grazia “ci guarisce e ci libera da tutto ciò che ci impedisce di amare come Lui ci ama”, in modo che in noi, come diceva il Beato Carlo Acutis, ci sia sempre “meno io per lasciare spazio a Dio”.
La nostra risposta, prosegue Francesco, è fondamentale, perché Dio “ci offre la sua santità, ma non ce la impone”. “La semina in noi”, chiarisce , “ma poi aspetta la nostra risposta”.
Lascia a noi la libertà di seguire le sue buone ispirazioni, di lasciarci coinvolgere dai suoi progetti, di fare nostri i suoi sentimenti, mettendoci, come Lui ci ha insegnato, al servizio degli altri, con una carità sempre più universale, aperta e rivolta a tutti, al mondo intero.
E questo si vede, sottolinea il Pontefice, nella vita dei santi, e fa gli esempi di San Massimiliano Kolbe, “che ad Auschwitz chiese di prendere il posto di un padre di famiglia condannato a morte”, Santa Teresa di Calcutta, “che spese la sua esistenza al servizio dei più poveri tra i poveri” e Sant’Oscar Romero, “assassinato sull’altare per aver difeso i diritti degli ultimi contro i soprusi dei prepotenti”. In loro, in tanti altri santi sugli altari, come in quelli “della porta accanto”, nascosti, che "portano avanti la loro vita cristiana quotidiana". E aggiunge: "Quanta santità nascosta c'è nella Chiesa". In loro riconosciamo fratelli e sorelle “plasmati dalle Beatitudini: poveri, miti, misericordiosi, affamati e assetati di giustizia, operatori di pace”.
Nel post-Angelus, Papa Francesco torna inoltre a riflettere sul tema dei conflitti che flagellano diverse zone del mondo. Il suo è un appello alla preghiera "per la martoriata Ucraina", "per la Palestina, Israele, il Libano, il Myanmar, il Sud Sudan, e per tutti i popoli che soffrono per le guerre".
Tra le pieghe dei conflitti, prosegue il Papa, ad essere ricercato è "il massimo interesse per sé e il massimo danno per l’avversario", calpestando così "vite umane, ambiente, infrastrutture, tutto; e tutto mascherato di menzogne". "E soffrono gli innocenti!", aggiunge il Papa, che si sofferma, come già al termine dell'udienza generale di mercoledì, sulle "153 donne e bambini massacrati nei giorni scorsi a Gaza".
Nel suo messaggio, il Papa esprime anche la sua "vicinanza" alla popolazione del Ciad, "a quanti sono stati colpiti dalle alluvioni" così come alle famiglie "delle vittime del grave attentato terroristico di alcuni giorni fa". Francesco fa riferimento alle decine di persone della cui morte è accusato l'esercito locale, che avrebbe ucciso per errore decine di pescatori nel tentativo di colpire jihadisti di Boko Haram, dopo che nei giorni scorsi un attacco del gruppo terroristico contro una base militare aveva causato 40 morti.
Il pensiero di Papa Francesco torna infine alla tragica situazione del “popolo di Valencia” e di quanti, nella penisola iberica, il 29 ottobre sono stati “travolti dalla tempesta ‘Dana’”. Il Papa, dopo l’Angelus della solennità di Tutti i Santi, ricorda le alluvioni di questi giorni in varie parti del mondo, che definisce “catastrofi ambientali” e invita alla preghiera per il dramma che ha colpito la Spagna:
Per i defunti e i loro cari, e per tutte le famiglie danneggiate. Il Signore sostenga chi soffre e chi porta soccorso. La nostra vicinanza al popolo di Valencia.
vaticannews/red
All'udienza generale, Francesco inaugura un nuovo ciclo di catechesi per il Giubileo, dal titolo “Gesù Cristo nostra speranza"
Il libro «Life, la mia storia nella storia» arriverà in versione cinematografica. Il Papa ringrazia definendo il cinema «una forma di poesia».
Come con il suo rappresentante in Ucraina, Francesco invia una lettera al nunzio nella Federazione russa per i mille giorni del conflitto. “La sofferenza degli innocenti è denuncia potente contro ogni forma di violenza”, afferma il Pontefice, incoraggiando “a rinnovati sforzi diplomatici per fermare la progressione del confitto”.