di Silvia Guggiari
È in programma dal 20 al 23 marzo a Muralto la sesta edizione del Festival Libro, la fiera dell’editoria ticinese con una proposta letteraria e artistica per tutte le età che quest’anno ha come tema quello delle «Memorie». Ricco il programma delle giornate per il quale rimandiamo al sito festivallibro.ch: a concludere la rassegna sarà la conferenza del prof. Pietro Gibellini, critico letterario e filologo italiano, dal titolo «Sacro, Letteratura e Musica», durante la quale verrà proposta una lettura e un’analisi del «Cantico delle creature» di San Francesco d’Assisi di cui quest’anno si celebrano gli 800 anni.
Prof. Gibellini, papa Francesco ha dedicato una enciclica al «Cantico delle creature», quanto può essere attuale un testo di 800 anni fa?
Si tratta di un capolavoro di sorprendente freschezza non solo per il valore spirituale e il messaggio ecologico ma anche come dono di poesia. È un testo che continua a parlare anche oggi: nella Laudato Sì, papa Francesco prese spunto dal «Cantico» per affrontare il problema della salvaguardia dell’ambiente, ma in esso ritroviamo anche temi cruciali come la pace, la fratellanza, l’amore per la vita. È un cantico che soprattutto insegna a capire la bellezza del mondo e la necessaria fratellanza tra tutte le creature, umane e non umane.
Come nasce questo testo?
Nel 1224-1225, dopo una notte di tormenti, San Francesco leva le sue lodi al Creatore e al creato, prendendo spunto dal Salmo 148, in cui il cantore ebraico esortava tutte le creature a lodare il Signore. Lo faceva con un lungo elenco delle creature – astri, mari, piante, animali, uomini – lodando così la grandezza del cosmo e la potenza divina. Francesco, pur imitandola, aggiorna la fonte antica alla cultura del suo tempo e concentra il paesaggio del pianeta nei quattro elementi che, secondo la scienza medievale, compongono la materia del mondo: l’aria, l’acqua, il fuoco e la terra. Il santo-poeta li dipinge con gli aggettivi che mancano nel Salmo e canta così anche la bellezza del creato sottolineando la bontà divina. In tal modo combatte la faccia triste di certi cristiani, gli eretici, che vedevano nel mondo terreno il regno di Satana. Successivamente aggiunse due strofe di particolare importanza: la strofa sul perdono, composta dopo la pacificazione avvenuta tra il podestà e il vescovo di Assisi che erano in contesa («beati quelli che perdonano per il tuo nome»); e la strofa sulla «sorella morte», inserita quando il santo sentì avvicinarsi la fine dei suoi giorni. Al Dio potente, Francesco aggiunge il Dio evangelico, alle creature conferisce gli epiteti di «fratello, sorella, madre»; chiama beato chi perdona e chi sopporta la sofferenza: questi sono tutti temi di palese attualità. Il dilagare di guerre, di odio, la celebrazione della potenza economica e della prepotenza militare sono i volti di un male che ci sta portando molto lontano rispetto al mondo descritto e vagheggiato da san Francesco.
Arte e spiritualità: come è cambiato questo rapporto nei secoli?
Il rapporto tra arte e spiritualità è presente in tanta letteratura; il segno che hanno lasciato i testi sacri, che per secoli è stato pane quotidiano anche della gente comune, è così forte che ha continuato a resistere anche nell’età moderna a dominanza laica in una forma nascosta o polemica, come in Verga, che nella sua Cavalleria rusticana rovescia in negativo la Pasqua, o in D’Annunzio, che ribalta il messaggio della parabola del figliol prodigo. D’altra parte la cultura laica ha finito per sacralizzare valori profani: la patria, l’arte, la poesia, il vitello d’oro del danaro. Peraltro la ricerca spirituale alimenta non solo poeti credenti, come Luzi o la Merini, ma anche scrittori che non si professano tali, come Pascoli o Montale. La persistenza sotterranea di fonti bibliche alimenta una spiritualità che poi prende forme non necessariamente confessionali.
Perché questo continuo utilizzo di fonti bibliche da parte di autori non credenti?
Perché i testi sacri parlano delle «cose ultime», pongono degli interrogativi esistenziali e morali che la letteratura dei grandi scrittori, quelli mossi da spinte conoscitive ed etiche, non esita ad affrontare, interpreta, offre alla riflessione del lettore.
Quali aspetti del «Cantico delle creature» toccherà durante la conferenza a Muralto?
Avremo modo di ascoltare la lettura del «Cantico», del Salmo, di qualche verso di Dante, in modo da legare in un triangolo significativo i tre testi. Esaminerò il Cantico toccando qualche problema interpretativo ancora aperto e mostrando come insieme alla somiglianza tra il Salmo ebraico e il Salmo cristiano ci siano delle differenze nella forma poetica e nel pensiero di fondo. Non farò una lezione accademica, ma cercherò di far vedere come quell’autore così lontano nel tempo possa esserci tanto vicino da sentirne il respiro.
Vive in Ticino da molti anni ma non dimentica le sofferenze del suo popolo. Crea il Banco Alimentare in Armenia e altre esperienze solidali. Dopo dieci anni di attività, si raccoglie il frutto maturato attraverso una donna che da atea ha scoperto la fede in Dio: "Tutto viene da Lui, il bene vince sempre".
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