Skip to content
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (4 giugno 2025)
CATT
  • Il monastero di Santa Caterina in Egitto

    Il monastero di Santa Caterina nel Sinai diventa proprietà dello Stato egiziano

    Dopo 15 secoli uno dei Monasteri cristiani più importanti e antichi del mondo, il Monastero di Santa Caterina nel monte Sinai, perde la propria autonomia gestionale e diventa proprietà dello Stato egiziano, a seguito di una sentenza del tribunale di Ismailia. Disposizione che solleva serie preoccupazioni per il presente e il futuro del Monastero e della comunità che lo abita.

    Il Monastero nel monte Sinai fu fondato nel VI secolo d.C. da Giustiniano, e è sopravvissuto a guerre, conquiste e persecuzioni grazie anche al suo status di “Vakuf”, Luogo Sacro da custodire secondo la tradizione coranica. Come tale, veniva rispettato anche dai beduini del deserto del Sinai. L’ Unesco lo aveva annoverato tra i monumenti riconosciuti come patrimonio dell’umanità. Gli inestimabili tesori del Monastero - icone, manoscritti, cimeli, biblioteche e proprietà - venivano gestiti dai venti monaci della locale comunità monastica, che code di una propria ampia autonomia in seno al Patriarcato greco ortodosso di Gerusalemme.
    In base alla sentenza emessa dal Tribunale di Ismailia mercoledì 28 maggio, i beni del Monastero vengono di fatto confiscati e passano in gestione allo Stato egiziano, mentre ai monaci vengono imposte restrizioni di accesso a determinati immobili. La loro permanenza nel Monastero viene consentita solo per scopi di culto e alle condizioni stabilite dal nuovo proprietario statale.
    Il sito orthodoxia.info ha definito l’applicazione della sentenza come «una delle più gravi violazioni delle libertà religiose e individuali degli ultimi secoli», perpetrata in un periodo travagliato per il Medio Oriente.
    La disposizione, che di fatto priva il Monastero della sua autonomia, arriva dopo un lungo periodo di controversie legali e azioni giudiziarie avviate contro la relativa autonomia gestionale esercitata nel Monastero.
    Alcuni funzionari egiziani giustificano la misura presa come un atto di protezione del patrimonio culturale del Monastero.
    L'archeologo Abdel Rahim Rihan ha sostenuto in proposito che i beni immobili del monastero ricadono sotto le leggi sui beni culturali e la decisione messa in atto dopo la sentenza del tribunale garantisce la valorizzazione a beneficio del “patrimonio mondiale e dei monaci”. I monaci, dal canto loro, parlano di una espulsione de facto dal loro stesso monastero.
    La decisione presa pone fine in maniera contestata alla pluriennale offensiva legale contro i monaci di Santa Caterina da parte dello Stato egiziano, che a fasi alterne, fin dal tempo del governo controllato dai Fratelli Musulmani, puntare a porre sotto il proprio controllo il Monastero.

    Secondo alcuni analisti, la disposizione messa in atto mostra che lo stesso Presidente, il generale Abdel Fattah Sisi, non sarebbe in grado di controllare apparati che fanno parte dello “Stato profondo”, alcune delle quali legate anche a gruppi di matrice salafita.

    Ora il Cairo deve gestire una crisi con la Grecia, che ha reagito duramente all’atto governativo sul Monastero, in un momento in cui l'Egitto è al centro di tumultuosi sviluppi in Palestina che interessano anche la penisola del Sinai, area dove operano frange di jihadisti organizzati in passato Sinai che in passato hanno minacciato il monastero compiendo anche attacchi ad opera di comandi armati. E la disposizione messa in atto indebolisce il Monastero anche nelle numerose controversie civili che lo contrapponevano a diverse controparti per casi di usucapione.

    La reazione dei monaci è stata forte. È già in programma una campagna internazionale di sensibilizzazione e informazione rivolta alle Chiese e ad altre comunità religiose, con l'obiettivo di ottenere la revoca della decisione.
    Immediata anche la reazione dell’Arcivescovo greco ortodosso di Atene Ieronymos. «Non voglio e non posso credere” ha dichiarato Ieronymos “che oggi l'ellenismo e l'Ortodossia stiano vivendo un'altra storica “conquista”». «Questo faro spirituale dell'Ortodossia e dell'ellenismo – ha aggiunto - si trova ora ad affrontare una questione di sopravvivenza». (Agenzia Fides 30/5/2025)

    News correlate