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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (11 marzo 2025)
Catt
  • COMMENTO

    "Lasciamoci educare da fede e speranza di chi è pellegrino"

    di mons. Nicola Zanini*

    Quello di Lourdes è il pellegrinaggio da sempre più atteso e più frequentato dai ticinesi. Un’occasione sempre unica per conoscere l'altra dimensione – quella più vera, profonda e vitale – delle nostre relazioni costitutive! È sempre evidente, per chi è già stato a Lourdes, la chiamata verso questo luogo dove in maniera così limpida, concreta e fresca ci è dato di vivere la Chiesa, convocata dal Vangelo, nutrita dall'Eucaristia, sostenuta dai sacramenti, orientata verso la pienezza del Regno. Ogni anno amiamo partire verso la Grotta di Massabielle, per lasciarci educare dalla fede di chi cammina con noi, dal coraggio dei malati, dalla dedizione di coloro che li assiste, dalla speranza che ogni volta spinge ogni partecipante a mettere da parte tutte le tentazioni di immobilismo, a lasciare la propria casa, a decidersi per un viaggio non proprio comodissimo, a riaprire la porta della propria vita all'imprevedibile di Dio. Il pellegrinaggio, soprattutto nell’anno del Giubileo, è tutto questo e molto altro e non stupisce che sia Maria, la madre di Gesù, a metterlo così spesso nel cuore di tanta gente. Lei che non ha esitato, dopo l'annuncio ricevuto dall'Angelo, a prendere la strada della montagna verso Elisabetta; lei che ha accompagnato per due volte il Figlio a Gerusalemme; lei che non è riuscita a stare ferma a Cana, quando mancava il vino e ha continuato a spostarsi con Gesù fino a essere presente alla tappa suprema del suo percorso terreno. Lei non è certo la donna del quieto vivere, della staticità, della conservazione dell'acquisito. Chi la frequenta, nella preghiera e nella fiducia filiale, non può non esserne in qualche misura contagiato. Lasciamoci sollecitare da Lei, dalla Sua irradiazione silenziosa; provocati dall'audacia della Sua fede, dalla Sua instancabile meditazione degli eventi e delle parole riguardanti il Figlio. Lasciamoci attrarre da questa proposta di Pellegrinaggio, accompagnando a Lourdes coloro che sono la parte più preziosa della nostra Chiesa, i malati. Anche noi, con loro, porzione di Chiesa che soffre e spera, patisce la limitatezza dei mezzi e continua a credere nella bontà, stenta a tirare avanti eppure continuamente rinuncia alla rassegnazione, alla tristezza, all'amarezza. Se c'è una possibilità di guarire dalle nostre rigidità interiori, dalla nostra incapacità di proporre prospettive nuove, dalla tentazione della resa al più comodo e al meno dispendioso, siamo certi che la troveremo proprio lì, ai piedi della Grotta. Insieme a tanti fratelli e sorelle, pellegrini di speranza. Per tornare a casa e portare nel quotidiano il fervore inesauribile della festa e fare in modo, come ci ricordava ricordava all’inizio del Giubileo il vescovo Alain, che questo Anno di Grazia non abbia conclusione. Dunque benvenuta e benvenuto! Anche a te che sei indecisa o indeciso.

    *Delegato dell’amministratore apostolico della Diocesi di Lugano

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