Calendario romano: Domenica di Pentecoste.
Vangelo: Gv 15,26-27.16,12-15
di Dante Balbo*
Cosa c'è di più inafferrabile del vento, che accarezza gli alberi o devasta tutto ciò che incontra, alimenta gli incendi, porta la sabbia da deserti lontani, passa gentile fra i fori di un flauto, per riempire di musica l'universo! Questo è lo Spirito nella vita dei credenti, improvviso e imprevedibile, li spinge come dice san Paolo, anima di vita nuova le ossa aride di Israele nella visione di Ezechiele, fa rinascere dall'alto nello stupore di Nicodemo. Lo Spirito è anche acqua, che battezza e risana, porta vita e disseta per sempre i cuori feriti; è fuoco che brucia e trasforma, insegna conoscenza e illumina la notte della delusione; è olio che guarisce le ferite dell'anima, balsamo che spande attorno il profumo di Cristo nella testimonianza coraggiosa dei martiri. Lo Spirito è colomba che annuncia nel mare della solitudine una terra nuova emersa, dove rigenerare la vita; è luce che rischiara le menti e riempie di sapienza per inventare nuovi modi per promuovere un umanesimo integrale. Tuttavia queste sono solo pallide immagini di qualcosa di molto più grande, perché lo Spirito Santo non è un'energia, una forza impersonale, ma un amore così grande da essere persona viva, Carità che scorre e rende possibile una comunità speciale. Non è un potere speciale dato ai credenti, perché è il modo in cui la Trinità si manifesta in mezzo a noi, relazione unica fra il Padre e il Figlio, in cui noi siamo trasportati. La Grazia che ci viene data non serve a fare cose, ma a trasformare le persone per conformarsi a Gesù Cristo, unite nel suo corpo, per l'edificazione della Chiesa.I doni e i carismi sono strumenti, sempre attuali e vari per adattarsi alle necessità di ogni tempo storico, così che possa esprimersi la magnifica molteplicità dello Spirito santo, incarnato nella Chiesa. Il Vento soffia ancora e ogni giorno precede gli annunciatori del Vangelo con i prodigi del suo amore: acqua che lava, fuoco che infiamma, olio che consacra e vivifica.
*Dalla rubrica Il Respiro spirituale di Caritas Ticino su TeleTicino e su YouTube
Calendario ambrosiano: Domenica di Pentecoste.
Vangelo: Gv 14,15-20
di don Giuseppe Grampa
Avvertendo il vuoto che la fine della sua presenza in mezzo a loro spalancherà, Gesù rassicura: «Non vi lascerò orfani, verrà un altro Paraclito che stia con voi per sempre». Queste parole valgono anche per noi: dove e come riconoscere questa presenza rassicurante?
Due i luoghi decisivi di questa presenza. Il primo è il cuore. Con questo termine la Scrittura sacra non indica tanto la dimensione affettiva della persona quanto l’interiorità; noi diremmo: la coscienza. È nella coscienza che risuona la voce di Dio ed è dalla coscienza che scaturisce la preghiera. Quanti uomini e donne ne hanno ascoltato la voce e hanno compiuto scelte coraggiose, spesso anticonformiste e controcorrente, arrivando in qualche caso anche al sacrificio della vita! E non sempre e non solo per una scelta di fede. Essere docili allo Spirito Santo, lo Spirito di Gesù, significa ascoltare la coscienza e agire secondo la sua voce.
Ma vi è un secondo luogo dove lo Spirito si manifesta ed è indicato dalle prime due letture di questa domenica. Questo secondo luogo è la comunità, sono i legami che uniscono le persone. Lo Spirito è un grande fattore di comprensione reciproca, di dialogo. Il miracolo di Pentecoste è quello della comunicazione tra genti che le diversità separano, è la capacità di comprendersi pur nella varietà dei linguaggi. Là dove si abbattono barriere e si gettano ponti, lì opera lo Spirito. Ugualmente dove i propri talenti, le proprie risorse sono messe a servizio del bene comune lì opera lo Spirito. Così afferma Paolo nella seconda lettura. Inafferrabile lo Spirito, come vento che non possiamo stringere nelle mani, eppure quanto è presente e decisivo questo Spirito nella nostra coscienza che sceglie nella libertà, anche compiendo, se necessario, obiezione di coscienza!
Quanto è presente ogni volta che guardiamo l’altro non come un estraneo da temere ma come compagno e amico dei nostri giorni!
Intervista a fra’ Michele Ravetta, cappellano delle strutture carcerarie cantonali.
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)