Calendario Romano
Fatti sentire, Spirito Santo!
di Dante Balbo*
Ero un ragazzo e frequentavo un gruppo giovanile che ogni sera si ritrovava a pregare insieme, con i Salmi dei vespri e espressioni spontanee di lode e supplica. Un giorno chiesi al sacerdote che ci guidava, come potevo sentire la risposta del Signore. Replicò con la sapienza della Chiesa, indicandomi la Parola di Dio nella Scrittura e gli eventi della storia della mia vita in cui rintracciare la Provvidenza. Non mi bastava: volevo qualcosa di più, una relazione diretta, un rapporto personale, un contatto sensibile. Proprio in quella settimana alcuni frati di un paese non distante, vennero a proporre in una conferenza la realtà del Rinnovamento nello Spirito Santo. Non ricordo cosa dissero, ma quello che fecero, pregando. Invocarono lo Spirito Santo e poi si espressero in quello che poi seppi essere il dono delle Lingue nel canto. Per me che avevo la musica nel cuore fu un'esperienza straordinaria: il canto era vario e armonico allo stesso tempo, spontaneo eppure coordinato, ricco e semplice. Neanche a dirlo, intrapresi quel cammino e scoprii l'opera immensa dello Spirito, ritrovando la ricchezza sconfinata del mio Battesimo, l'esperienza della presenza del Consolatore nella vita quotidiana. Senza fatica ricordavo passi della Scrittura, li collegavo, ne avvertivo la verità per ogni uomo di ogni tempo, incontravo l'umanità di Gesù che parlava alla mia povertà. Nel corso degli anni questo patrimonio si è arricchito e ho incontrato molti altri uomini e donne che hanno fatto la medesima esperienza in altre realtà della Chiesa, movimenti, parrocchie, monasteri e impegno sociale e politico. La Festa di oggi mi rimanda questa meraviglia, mi dice che la presenza dello Spirito Santo è la promessa di Gesù che si è realizzata e ha attraversato i secoli. Non mi resta che pregare, con la Comunità dei Santi vivi e defunti, perché questa promessa continui a realizzarsi: Spirito Santo, compi ancora questo prodigio d'amore, fai sentire il tuo canto nel cuore di ogni uomo e donna che ti cerca! *Il Respiro spirituale di Caritas Ticino
Calendario ambrosiano
Una presenza necessaria: lo Spirito di verità
di don Giuseppe Grampa
Le parole di Gesù che abbiamo appena ascoltato sono state pronunciate l’ultima sera della sua vita, nell’intimità del Cenacolo. Gesù ha attorno a sé i suoi amici, gli undici ai quali ha dato nome di apostoli, Giuda infatti è già uscito dalla sala. Il clima di quella sera è di intensa commozione (Gv 13, 21), chiama «figlioli» i discepoli, li invita a vincere il turbamento e promette: «Non vi lascerò orfani». Decisiva è la promessa di «un altro Paraclito affinché rimanga con voi per sempre». Abitualmente questo termine greco, «Paraclito», viene tradotto con «Consolatore». È un’interpretazione del termine greco che alla lettera vuol dire: «chiamato accanto», «vicino»; in latino «advocatus» da cui il nostro «avvocato». A questo professionista ci rivolgiamo quando siamo in difficoltà e ci occorre un esperto che tuteli i nostri diritti, ci assista in giudizio.
«Un altro», dice Gesù, diremmo «un secondo», perché il primo Paraclito è Gesù stesso, ora che lascia i discepoli, ma il vuoto sarà colmato dall’altro Paraclito: lo Spirito di verità e che ne continuerà la presenza, infatti dimorerà presso i discepoli, anzi sarà in loro (v. 17). La casa dello Spirito, la sua abitazione è la nostra interiorità, è la nostra coscienza.
Riconosciamolo: non ci è familiare questa presenza dello Spirito. Eppure secondo la promessa di Gesù sarà lo Spirito, il suo Spirito, ad insegnarci ogni cosa e ricordarci tutte e solo le sue parole. Forse l’invocazione allo Spirito non è sulle nostre labbra e non accompagna la nostra preghiera, mentre, come ci ricorda Paolo, nessuna invocazione può nascere in noi senza l’intima voce dello Spirito (1Cor 12, 3b).
Il tempo che noi viviamo è il tempo dello Spirito, non un tempo che ci riservi parole nuove dopo quelle di Gesù. Tempo nel quale, piuttosto, passo dopo passo, accompagnati dal Suo Spirito, «mi vedrete» (v.19).
Davvero questa è parola del Signore.