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  • L’opera di Filippino Lippi al m.a.x. museo di Chiasso per un Natale di contemplazione

    L’opera di Filippino Lippi al m.a.x. museo di Chiasso per un Natale di contemplazione

    di Laura Quadri

    Per il quinto anno consecutivo, il m.a.x. museo di Chiasso propone l’Esposizione dell’Avvento, appuntamento del periodo natalizio molto apprezzato dai visitatori grazie al quale è possibile ammirare in forma gratuita un’opera normalmente non visibile al pubblico nella hall del museo.

    L’opera di Filippino Lippi

    Il capolavoro scelto per queste Festività è la «Madonna con il Bambino e angeli» di Filippino Lippi (1457 –1504), una tempera su tavola risalente al 1480-1483. Una proposta – come ci spiega Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del museo – per porsi in contemplazione del tempo di Natale attraverso l’arte: «Mi piace ricordare che l’occasione di avere un momento di raccoglimento davanti ad un’opera d’arte durante l’Avvento è una tradizione che le istituzioni pubbliche, anche estere – se pensiamo a Palazzo Marino a Milano –, hanno come attenzione verso il pubblico da decenni. Possono essere esposte opere di difficile fruizione perché custodite da privati o che hanno avuto un restauro e tornano dunque a nuova vita. Nel caso specifico di Chiasso, la Città può considerare di avere un museo sommerso, legato ai depositi d’arte, essendo luogo di confine e di frontiera, con caveaux molto significativi dal punto di vista delle collezioni presenti».

    Contemplare un gesto d’amore

    L’esposizione al m.a.x. museo durerà fino al 6 gennaio. Osservando la Madonna del Lippi, colpisce in particolare, fa notare Ossanna Cavadini, «che l’artista proponga di contemplare un atto di amore: Gesù bambino sta infatti allestendo un mazzolino di fiori per donarlo alla Madonna. Di lato un angelo gli porge i fiori per realizzare la composizione, un piccolo vassoio di garofanini rossi. Il significato del termine greco usato per “garofano”, dianthus, è “fiore di Dio”. Ogni elemento ha un significato simbolico. La Madonna, dal canto suo, ha l’incarnato perfetto, ovale, simbolo di sacralità. I capelli biondi sono raccolti sulla nuca. L’incarnato è tipico della visione estetica botticelliana basata sul neoplatonismo».

    L’opera è stata scelta anche per i sentimenti che può suscitare nei visitatori: «Scegliamo opere che sappiano emozionare. Sono in questo senso rimasta piacevolmente molto colpita di ritrovare tra i primi visitatori don Gianfranco Feliciani, parroco di Chiasso, che si è detto molto commosso. Nel suo momento di catechesi per i volontari ha citato proprio il fatto che l’arte, e anche questa Madonna di Filippino Lippi, possa aiutare alla contemplazione, in un modo altro. Credo che lo scopo sia questo: ritrovarsi con sé stessi e con un pensiero profondo, davanti a un’opera che ti aiuta nella crescita interiore».

    Nel cenacolo fiorentino

    Tuttavia, «scegliamo anche opere che abbiano una storia particolare e le contestualizziamo anche con la musica dell’epoca. In questo caso il dipinto fu commissionato da Lorenzo Il Magnifico per abbellire un interno della Villa di Careggi, famosa residenza poi diventata sede dell’Accademia neoplatonica. Esposti all’interno della Villa, i dipinti diventavano occasione di confronto sui temi cardine della visione neoplatonica. Così è possibile ipotizzare che anche l’opera di Filippino Lippi fu al centro di animati dibattiti filosofici».

    Una nuova bellezza

    Quale infine l’auspicio per i visitatori? «Che si possa vivere un momento di raccoglimento, affinché la pittura del Lippi aiuti a ritrovare in sé stessi quella forza interiore, che si riceve particolarmente a Natale e che, guardando al mondo che ci circonda, è più che necessaria. C’è bisogno di bellezza, ma non di un canone estetico, bensì di una bellezza interiore della società. Ma siamo noi, infine, responsabili di questo processo».

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