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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (1 giugno 2025)
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  • Un momento della Santa Messa in memoria del vescovo  Bacciarini, presieduta da don Nicola Zanini

    Mons. Zanini durante la Messa in memoria del vescovo di Lugano Bacciarini: "Ha portato vita alla nostra Chiesa"

    È stata celebrata sabato 1. luglio, nella Basilica del Sacro Cuore a Lugano, una Santa Messa in memoria del venerabile vescovo ticinese Aurelio Bacciarini, presieduta da mons. Nicola Zanini. Ha presenziato anche il superiore provinciale dei Servi della Carità, don Alessandro Allegra, responsabile per la “Provincia San Luigi Guanella”. Inoltre, era presente anche don Bruno Capparoni, postulatore della causa di beatificazione.

    Aurelio Bacciarini (8.11.1823-27.06.1935), verzaschese, fu una figura di primaria importanza sia per la diocesi di Lugano che per la congregazione dei Servi della Carità, che guidò dal 1915 al 1924, come primo successore del fondatore, San Luigi Guanella, rimanendo poi nel Consiglio generale fino alla morte. Promosse opere innovative, ad esempio nell’evangelizzazione (Azione cattolica, lettere e visite pastorali), nella comunicazione (Giornale del Popolo), nella solidarietà (sanatorio per i bambini). Il suo episcopato fu da subito segnato dalla grave malattia (tubercolosi ossea) che lo colpì ancora giovane e che tra una recrudescenza e l’altra minò progressivamente la sua forte fibra conducendolo alla morte. A tenere accesa l’attenzione sulla figura di Aurelio Bacciarini c’è in particolare la congregazione e a cui apparteneva. I Guanelliani infatti hanno curato la sua causa di beatificazione (nel 2008 Papa Benedetto XVI lo ha dichiarato “venerabile”). Ora si è in attesa di istruire il Processo sul Miracolo e ci sono fondate speranze in un avvenimento da presentare al Dicastero delle Cause dei Santi. Le notizie di qualche grazia insigne ottenuta per intercessione di Bacciarini infatti non mancano.

    Nella sua omelia, mons. Nicola Zanini, ripercorre in tema della visita prendendo spunto dalla liturgia: "Perché Abramo può esprimere la sua squisita ospitalità? Perché c’è un Dio che anzitutto visita. Perché il Centurione ottiene la guarigione di un suo servo? Perché c’è un Dio che in Gesù vuole visitare la sua casa. E in entrambi i casi si tratta di una visita che porta e annuncia la vita. Per Abramo e Sara la promessa della nascita di un figlio, Isacco; per il centurione la guarigione del servo. Visite che portano vita perché c’è un cuore disposto ad accoglierla, quella visita."

    E invita in seguito a pensare alle tante visite del Signore nell' esistenza personale: visite che hanno portato vita. "Non penso ad apparizioni di Angeli o di Madonne. Penso alle visite umane di persone semplici che ci hanno portato vita. Parto con semplicità dai nostri genitori: perché visitati dall’amore del Signore ci hanno donato la vita. La vocazione che tutti ci accomuna: l’esserci! Poi in seguito il battesimo e le altre visite del Signore nascosto nelle tante persone che ci hanno educato e cresciuto sulle strade del Vangelo. E grazie a loro abbiamo vita vera, seppur imperfetta, perché siamo ancora quaggiù. Facciamo memoria di persone umane, provvidenza di Dio che ci hanno portato la vita. Ma la memoria non può restare fine a stessa sennò scade nella nostalgia . La nostra memoria diventa, nel cammino liturgico, impegno ad essere strumenti della visita del Signore che sempre porta vita! E questo deve essere un nostro impegno continuo. Ce lo auguriamo a vicenda".

    Ha ricordato in seguito una visita che il Signore ha fatto attraverso un vescovo, mons. Aurelio Bacciarini, che nel suo ministero ha portato vita alla comunità dei Guanelliani e alla chiesa di Lugano. "E
    l’ha portata con umanità. Quanta umanità nei suoi scritti pastorali, lontano dalla Diocesi, perché sofferente. Non voglio e non posso ripercorrere la biografia del nostro Venerabile. Presto, per desiderio della Diocesi e grazie all’aiuto del nostro archivista don Carlo Cattaneo e grazie al postulatore don Bruno Capparoni, ne avremo a disposizione una. Inviterei ciascuno di noi a rileggere nel proprio cuore la presenza del Vescovo Aurelio come 'visita che ha portato vita alla nostra Chiesa'. Così ad esempio istituendo le Teresine, volendo la diffusione della buona stampa, fondando il Giornale del Popolo, guardando avanti con l’organizzazione cristiano sociale. Solo per citare le più impegnative. E anche il possibile miracolo, ora anzitutto al vaglio dell’Amministratore Alain de Raemy, è una visita misteriosa che, pare, abbia portato vita a un ragazzo malato. Preghiamo perché il processo di beatificazione possa proseguire, anche se per noi, per il nostro cuore, per la nostra gente tanto umana, il vescovo Aurelio è già esempio di santità. Malgrado qualcuno, ancora, dietro la tenda, sorride come Sara."

    Leggi anche: Nell’anniversario della morte di mons. Bacciarini, il punto sulla causa di beatificazione e sull'Opera don Guanella

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