di Cristina Vonzun
Avvicendamenti non solo tra il clero (vedi articolo qui) ma anche in ambito laicale nella Chiesa nella Svizzera italiana. A Missio è arrivata da alcuni mesi Chiara Uglietti, subentrata a Chiara Gerosa, tornata a condurre la redazione cattolica del programma radiofonico «Chiese in diretta». Chiara Uglietti è sposata con Fulvio, è mamma di due gemelli di 15 anni che stanno per iniziare il liceo a Bellinzona. La famiglia abita in Ticino da quattro anni, dopo averne trascorsi sette a Berna. Nella capitale, Chiara Uglietti, che ha conseguito un dottorato in Scienze ambientali, ha lavorato in ambito accademico per un programma in Paleoclimatologia.
Come è arrivata una paleoclimatologa a guidare l’Ufficio di Missio per la Svizzera italiana?
«Io e mio marito abbiamo sempre avuto un anelito missionario. Già prima di sposarci e anche in viaggio di nozze, abbiamo vissuto esperienze missionarie in alcuni Paesi. Siamo stati tre volte in Kenya e una volta in India, sempre nell’ambito delle vacanze estive. Il nostro viaggio di nozze è stato in questo paese africano, lavorando nella missione delle suore del Cottolengo che si occupano di disabili. Poi siamo stati in India e successivamente in Paraguay, con le religiose dell’ordine delle Figlie di Maria Ausiliatrice. In Kenya e in India eravamo con bambini e adulti disabili. Per me è stata la prima volta con queste persone. Ho aiutato una suora fisioterapista e durante i pasti imboccavo i bambini. Si trattava di piccoli ospiti che erano lì perché disabili, abbandonati oppure portati lì dalle famiglie che non potevano accudirli. All’inizio li guardavo cogliendo soprattutto le loro stranezze e particolarità, come capita quando non si è esperti. Poi, trascorrendo i giorni, con l’aiuto della suora fisioterapista che mi ha aiutato ad osservare le loro reazioni e le fragili ma esistenti capacità relazionali che avevano, anche se si trattava di pazienti sostanzialmente immobili, ho smesso di guardare solo la disabilità della persona, per cogliere tutto il ragazzo o la ragazza, la sua capacità relazionale. Ed ho imparato così anche a comunicare con loro».
Poi in America latina, in Paraguay, per un altro periodo missionario. Che esperienza è stata?
«Abbiamo lavorato con le bambine di strada o piccole tolte alle famiglie perché abusate anche nello stesso nucleo familiare, in un’età compresa tra i 5 e 14 anni. In quella missione soprattutto con mio marito le bambine avevano un atteggiamento molto strano: da un lato ne cercavano la vicinanza, dall’altro sembravano temerlo. La suora della missione ci ha spiegato che forse - per la prima volta - queste bambine vedevano una coppia di sposi non in conflitto tra loro. Questo così è stato lo scopo principale della nostra missione in Paraguay: testimoniare una vita di coppia bella a queste bambine. Alla fine, nei ringraziamenti ricevuti proprio dalle piccole ospiti, si è capito come la figura maschile di mio marito abbia loro giovato, aiutandole a cambiare un po’ la prospettiva».
Esperienze forti, vacanze missionarie che hanno fatto crescere la famiglia di Chiara e Fulvio. Ora, dopo quattro anni dal trasloco da Berna alla Svizzera italiana, arriva questo lavoro. Come si sta organizzando?
«Questo lavoro è un miracolo perché mi consente di unire passione e professione. L’ufficio di referente di Missio Svizzera italiana dipende da Missio Svizzera Friborgo. La sede è a Lugano, al Centro san Giuseppe. Mi occupo, in particolare, per la Svizzera italofona (Ticino, Grigioni italiano e le missioni italiane negli altri Cantoni) della campagna missionaria in ottobre e dei Cantori della Stella, tenendo i contatti con Missio Svizzera a Friburgo. Presto mi farò conoscere da parroci e animatori».