Presentata lunedì in sala stampa vaticana la fase conclusiva del Sinodo dei vescovi, in programma dal 2 al 27 ottobre in Vaticano. Tra le novità: la Veglia penitenziale presieduta dal Papa il 1° ottobre e quattro forum teologico-pastorali.
I numeri dei delegati sono significativi, un quarto dei partecipanti non è un vescovo. Ci sono laici, religiosi e sacerdoti. Sono 368 di cui 272 investiti dal munus episcopale e 96 non vescovi. Tra i partecipanti ci saranno anche due vescovi cinesi.
Tra i momenti salienti del percorso sinodale, la Veglia del 1° ottobre presieduta dal Santo Padre nella basilica di San Pietro, al termine del primo dei due ritiri spirituali previsti prima dell’apertura dei lavori e nella fase finale, che comincerà con tre testimonianze di persone che hanno subito il peccato degli abusi, il peccato della guerra, il peccato dell’indifferenza di fronte al dramma presente nel fenomeno crescente di tutte le migrazioni.
Dopo la fase di ascolto, si procederà con la confessione di alcuni peccati, “non per denunciare il peccato degli altri, ma per riconoscersi parte di chi per omissione o azione diventa causa di sofferenza, responsabile del male patito da innocenti e indifesi”. In particolare, si confesserà “il peccato contro la pace; il peccato contro il creato, contro le popolazioni indigene, contro i migranti; il peccato degli abusi; il peccato contro le donne, la famiglia, i giovani; il peccato della dottrina usata come pietre da scagliare contro; il peccato contro la povertà; il peccato contro la sinodalità, mancanza dell’ascolto, comunione e partecipazione di tutti”. Al termine Papa Francesco rivolgerà, a nome di tutti i fedeli, la richiesta di perdono “a Dio e alle sorelle e i fratelli di tutta l’umanità”. La celebrazione penitenziale, organizzata congiuntamente dalla Segreteria Generale del Sinodo e dalla Diocesi di Roma in collaborazione con l’Unione dei superiori generali (Usg) e l’Unione internazionale delle superiori generali (Uisg) – ha reso noto Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione e presidente della Commissione per l’Informazione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi – è aperta a tutti, in particolare ai giovani, e potrà essere seguita in diretta sui media vaticani. Riguardo ai lavori sinodali, invece, permane l’obbligo della riservatezza, come nella sessione precedente. La sera del’11 ottobre si ripeterà l’esperienza di una preghiera ecumenica, insieme al Santo Padre, ai delegati fraterni presenti nell’aula sinodale e a vari altri rappresentanti di Chiese e comunità ecclesiali presenti a Roma, in collaborazione con la Comunità di Taizé. Il 9 e il 16 ottobre, dalle 18 alle 19.45, si svolgeranno quattro “forum teologico-pastorali” – ossia quattro riunioni aperte al pubblico – durante le quali saranno presentati, da diverse prospettive, alcuni aspetti di quattro temi rilevanti per il percorso dell’Assemblea. Il 21 ottobre, è in programma una nuova giornata di ritiro spirituale, in vista del discernimento sulla bozza del Documento finale.
“Come essere Chiesa sinodale in missione?”. È il tema dell’Instrumentum laboris che farà da sfondo alla seconda sessione dell’assise episcopale. “Spetta all’assemblea indicare i passi da compiere per crescere come Chiesa sinodale relativamente alle tematiche proposte dall’Instrumentum laboris”, ha spiegato padre Giacomo Costa, segretario speciale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. I lavori sinodali saranno suddivisi in cinque Moduli, ciascuno dei quali prevede sessioni in Assemblea plenaria (Congregazioni Generali) e nei Gruppi di lavoro, che si alterneranno. Ognuno dei primi quattro Moduli avrà un focus tematico specifico, costituito da una Sezione dell’IL, mentre il Modulo conclusivo sarà dedicato alla discussione e approvazione del Documento finale da sottoporre all’attenzione del Santo Padre, “a cui spetta decidere le modalità con cui rilanciarlo alla Chiesa intera”, ha ricordato Costa. “In ogni Modulo, il lavoro dei Gruppi sarà strutturato ispirandosi al metodo della conversazione nello Spirito, già utilizzato nella Prima Sessione”, ha spiegato il gesuita: in ogni gruppo di lavoro sarà presente un esperto facilitatore.
Anche questa sessione vedrà la partecipazione di quattro svizzeri: la signora Helena Jeppesen Spuhler, delegata per i laici d’Europa al Sinodo, mons. Gmür, presidente della Conferenza dei Vescovi Svizzeri (CVS), il cardinale Kurt Koch, ex vescovo di Basilea, presidente del Dicastero vaticano per la promozione dell’unità dei cristiani e il ticinese padre Mauro Lepori, abate generale dell’Ordine Cistercense e vicepresidente dell’Unione dei Superiori Generali.
Agenzie/red
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