Commento al Vangelo, calendario romano: Gv 3, 16-18
di Dante Balbo*
La sintesi della nostra fede è nella Santissima Trinità, un mistero rivelato dal Figlio, un realtà scritta nei credenti dallo Spirito Santo, anche se inaccessibile alla nostra comprensione. Di essa si può balbettare qualcosa, come hanno fatto i teologi, trovando termini come «consustanzialità», «processione», «ipostasi», ma solo sfiorando la realtà dei tre che sono uno. Su un altro versante, i mistici e i poeti sono riusciti meglio a comunicare la loro esperienza del Dio Trino e Unico. Per farlo hanno usato metafore, linguaggi evocativi, riferimenti all'esperienza affettiva e relazionale. Quello che ci interessa veramente in questa domenica è l'unico elemento che con la Trinità non c'entra in senso stretto, cioè l'uomo Gesù. Finché infatti Gesù ne parlava ai suoi discepoli, rivelando la sua unione profondissima con il Padre, promettendo che sarebbe venuto lo Spirito Santo, Spirito contemporaneamente del Figlio e del Padre, a ricordarci tutto quello che non ci era ancora dato di sapere, poteva sembrare qualcosa di astratto. Da quando è salito al Cielo e vive in eterno nel cuore della Trinità con un corpo umanissimo, la comunione divina è diventata accessibile, un luogo, una meta, un movimento incessante che ci coinvolge e ci genera, ci accoglie e ci manda, ci chiama e ci riconosce, ci realizza in una pienezza infinita. La salvezza non è solo una questione riparativa, la sistemazione di un guaio che qualcuno alle origini aveva combinato e che aveva spezzato la fiducia dell'uomo in Dio, in sé e negli altri. Dopo l'Ascensione e la Pentecoste, la Chiesa ci invita a contemplare la rivelazione più alta del Dio invisibile che ci narra la sua essenza: Trinità è questo mare immenso, sempre in movimento, un'onda d'amore che bagna la nostra umanità ferita, la guarisce, salva ed eleva alla dignità del Figlio che in questo mare vive, questo mare alimenta, con il sangue della croce e la gloria della risurrezione.
*Dalla rubrica televisiva Il Respiro spirituale di Caritas Ticino in onda su TeleTicino e online su YouTube
Commento al Vangelo, calendario ambrosiano: Gv 16,12-15
di don Giuseppe Grampa
Come Mosè stupito dinanzi al cespuglio che brucia e non si consuma, così noi oggi contempliamo il mistero della Trinità. Ci avviciniamo a questo mistero della nostra fede a piedi nudi, con l'incertezza delle nostre parole inadeguate ad esprimere il mistero della vita intima di Dio. A questa verità, abbiamo appena letto ci «guiderà» lo Spirito Santo, Spirito promesso e donato da Gesù. Purtroppo la traduzione italiana non ci restituisce la stupenda bellezza del verbo originale greco. Gesù non dice che il suo Spirito «guiderà» o «condurrà a tutta la verità». Gesù promette che lo Spirito «farà strada con voi fino alla verità tutt’intera». È compagno di strada lo Spirito di Gesù, mette i suoi passi accanto ai nostri passi. «Fare strada con…»: mi sembra questa una suggestiva metafora che ci aiuta a rileggere il cammino della vita di fede. Lo Spirito Santo fa strada insieme a noi, più che guidare o condurre, accompagna, perché l'ultima parola è della libertà della coscienza. Due le caratteristiche di questo singolare compagno di strada. Il suo sguardo è senza incertezze rivolto a Colui che è tutta la verità: Gesù Cristo, via verità e vita. Verso questa mèta lo Spirito fa strada con noi, svelandoci l'esistenza non come vicenda insensata e assurda ma come itinerario verso Colui che è il fine dei nostri giorni. Il suo passo è paziente perché alla verità tutt'intera si perviene senza facili scorciatoie affidate e ricette sbrigative e illusorie, ma con la disciplina di tanti passi, uno dopo l'altro come sanno fare quanti si mettono per i sentieri di montagna. E questo andare domanda la pazienza che apprezza ogni pur modesto sforzo o tentativo. Il fanatismo, che oggi dilaga e non solo tra le religioni, pretende di disporre della verità tutt'intera scansando la fatica e la pazienza di una ricerca sempre precaria e incerta, chiudendosi al dialogo nella presunzione di chi è già arrivato. Chi ha come compagno di strada lo Spirito di Gesù sa riconoscere il valore di ogni pur modesto passo, di ogni frammento di verità.