Calendario Romano
Lc 12,49-53 / XX Domenica del Tempo ordinario
Il prezzo della distrazione una vita sprecata
di Dante Balbo*
Il testo proposto dalla liturgia questa domenica è impegnativo, perché contrasta con le nostre idee di cristianesimo. Don Willy osserva che questo ha a che fare con il concetto di verità.
Noi pensiamo che Dio sia un Dio di pace, attraverso Gesù, mentre in questo Vangelo è lui stesso a dire che è venuto a portare la divisione, addirittura dentro il luogo sacro della famiglia, separando le generazioni, rompendo le alleanze fra padri e figli, madri e figlie. La chiave di questa divisione non è l’invidia, la superbia, l’ira o il rancore, che sono i doni del diavolo, il divisore del cuore dell’uomo, ma la scelta radicale per Dio.
Lo testimonia il profeta Geremia, costretto a dire il contrario del re e dei capi del popolo, che pretendono di risolvere il conflitto con la Siria alleandosi con l’Egitto. Pagherà con la prigione la fedeltà al Signore unico salvatore d’Israele.
Il cristiano è sempre un elemento di disturbo e di rottura, perché continua a leggere la realtà come lontananza o adesione al Dio che ci salva.
Di fronte a questa guerra insensata, qualcuno si è posto la questione che la sua radice è in una struttura sociale che ha dimenticato Dio anche se si professa cristiana?
Non stiamo parlando di punizione divina, perché siamo già bravi a punirci da soli, ma della profonda distrazione dalle cose vere, essenziali, buone e giuste. Abbagliati dall’immediato, ignari del limite del tempo che ci è concesso, soddisfatti di piccole gioie, dimentichi della sapienza che in Gesù è venuta a visitarci, corriamo ad occhi chiusi sull’autostrada della vita.
Possa Dio aprirci gli occhi, così che il nostro desiderio sia quello di Gesù, che il fuoco dello Spirito venga ad infiammare la terra e tutti ritrovino la vista e la via. Forse non vedremo il cambiamento del mondo, ma almeno la nostra vita sarà più piena e in essa giustizia e pace, verità e misericordia si incontreranno.
*Dalla rubrica televisiva Il Vangelo in casa di Caritas Ticino in onda su TeleTicino e online su YouTube
Calendario Ambrosiano
Lc 18, 24b-30 / X Domenica dopo Pentecoste
Scegliere la povertà è il vero tesoro
di don Giuseppe Grampa
Prima e terza lettura di questa domenica rispondono ad una domanda: che cosa è decisivo nella vita? Salomone il grande sovrano vissuto un millennio prima di Cristo, risponde alla nostra domanda con una preghiera rivolta a Dio perché gli conceda sapienza piuttosto che ricchezza.
L’esempio di Salomone prepara la pagina evangelica che si concentra appunto su quella sapienza che è sequela del Signore Gesù liberando il cuore e le mani dall’accumulo dei beni. Sapienza che è consapevolezza che il vero tesoro dell’esistenza non sta nell’accumulo ma nell’incondizionata dedizione al Signore e alla sua parola: è Lui il tesoro, la perla di inestimabile valore.
Alla domanda: Che cosa è decisivo nella vita? L’Evangelo odierno risponde con l’appello ad una scelta di povertà. Se è maledizione la povertà creata dall’ingiustizia sociale è benedizione la povertà che ognuno di noi può scegliere, anzi deve scegliere se vuole essere discepolo del Signore. Se quindi la pagina evangelica non ci esonera dal compito di riconoscere le ragioni della povertà, le responsabilità e quindi le doverose riforme che assicurino maggiore equità, sempre la pagina evangelica impegna ognuno di noi ad uno stile di vita sobrio, alieno dallo spreco e dal lusso, capace di vera condivisione. Proprio la parte conclusiva dell’evangelo odierno promette a chi compie scelte di libertà dall’attaccamento alle cose e alle persone, il centuplo. La scelta di uno stile di vita libero dal possesso assicura una pienezza di vita, il centuplo appunto, non una mortificante miseria ma una pienezza esaltante.
Questo stile di vita proposto alla libertà di ogni discepolo del Signore deve essere anche opzione preferenziale della Chiesa. Si tratta d’essere fedeli al Signore che «spogliò se stesso, prendendo la natura di un servo» (Fil 2,6-7). Dobbiamo essere grati a Dio per aver donato alla sua Chiesa un pastore come papa Francesco che ha fatto del messaggio evangelico della povertà un tema decisivo del suo pontificato.