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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (15 giugno 2025)
CATT
  • Rappresentazione della Trinità COMMENTO

    Il mistero della Trinità

    di suor Sandra Künzli*

    Una leggenda racconta che un giorno Sant’Agostino, si trovava sulla riva del mare e vide un bambino che metteva dell’acqua dentro ad una buca. Agostino chiese al bambino cosa facesse e lui rispose: “Metto il mare in questa piccola buca!”. Il santo di Ippona gli fece notare che era un’impresa impossibile, ma il bambino (forse lo stesso Gesù fanciullo) gli rispose: “Anche tu non riuscirai mai a penetrare nel mistero della Trinità, perché questo rimane un mistero troppo grande che non può entrare nella tua piccola testa di uomo”.

    Nel nostro monastero di Santa Caterina a Locarno, sopra un’arcata, è dipinto un triangolo con al centro un occhio. Era un affresco comune prima del Concilio Vaticano II e voleva ricordare, a chiunque lo contemplasse, che la Trinità ci guarda sempre con benevolenza, comprensione e misericordia. Dio ci vede, ci ama e si prende cura di noi…ci tiene sul palmo della sua mano. La realtà che meglio rappresenta il mistero della Trinità sulla terra è la famiglia. L’amore che circola fra le tre Persone divine, dovrebbe regnare anche nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità religiose e parrocchiali.

    È più difficile comprendere l’amore di Dio se non l’abbiamo sperimentato all’interno di relazioni significative. L’amore umano (anche se imperfetto) è una scintilla dell’amore divino e ci aiuta a crescere insieme verso di Lui.

    Noi non potremmo mai comprendere il mistero delle Tre divine Persone se Gesù stesso non ce lo avesse rivelato. Nella Bibbia, la parola Trinità non compare mai, ma il Maestro ci dice che chi vede Lui, vede il Padre. Nel Battesimo di Gesù, il Padre parla dal Cielo e lo Spirito Santo discende su di lui sotto forma di colomba.

    Nella Chiesa cattolica fu Papa Giovanni XXII che, nel 1334, estese la festa a tutta la Chiesa universale, fissandola alla prima domenica dopo Pentecoste. Nel libro decimo delle confessioni, Sant’Agostino effonde il suo cuore in una preghiera infiammata: “Ciò che sento in modo non dubbio, anzi certo, Signore, è che ti amo. Folgorato al cuore da te, mediante la tua parola, ti amai, e anche il cielo e la terra e tutte le cose in esse contenute, ecco, da ogni parte mi dicono di amarti”. Ogni santa messa inizia con questa invocazione alla Trinità: “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo, sia con tutti voi”. Questa festa ci aiuti a vivere sempre più l’amore di Dio che viene riversato nei nostri cuori ogni volta che lo invochiamo con fede.

    *agostiniana

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