Saper perdonare settanta volte sette, come ci chiede Gesù nel vangelo, a volte ci sembra un atto veramente eroico. Non lo possiamo fare senza una speciale grazia e aiuto divino. Santa Giovanna di Chantal ebbe bisogno di molti anni prima di poter perdonare l’uccisore del suo amato marito. Santa Faustina, si lamentava con Gesù per non riuscire ad amare una consorella che la umiliava. Gesù le disse: “Il sentimento del perdono non è sempre in tuo potere, ma saprai di aver amato quando non vorrai il male per la persona che ti ha offeso, ma pregherai per lei”. Un giorno un giovane monaco andò da un padre del deserto e gli chiese come potesse amare il nemico. Il padre lo esortò a pregare per lui, ogni volta che quella persona affiorava nella sua mente. L’esercizio funzionò e l’odio che il giovane provava verso il suo nemico, si tramutò in amore compassionevole. Anni fa ricevetti un’offesa e, sebbene volessi perdonare, non ci riuscivo. Serbai rancore verso quella persona per tanto tempo e non ero in pace. Alla fine il Signore mi donò la grazia di riconciliarmi con questa consorella e da allora mi viene più facile il perdono. Non si può perdonare se non si è umili, come scrive nel suo bel libro “Il vecchio e il mare” Ernest Hemingway. Il ragazzo e il vecchio sedettero sulla terrazza e parecchi pescatori canzonarono il vecchio e lui non si offese…” perché era umile. I colleghi di lavoro derisero il vecchio perché da molti giorni ormai non pescava più pesci, ma lui non se la prese. Nel film “I miserabili” andato in onda nel 2000, l’anziano Jean Valjean, si rivolge a Marius e alla moglie Cosette, chiamandoli “figli miei” e così riassume la sua travagliata esistenza: “Oh, sì, è difficile il perdono. Io ho passato la vita a provarci e qualche volta ho anche tentennato” e muore vedendo una grande luce, la luce dell’eternità. San Francesco, nel cantico delle creature, meditava: “Lodato sii mio Signore per quelli che perdonano per tuo amore e sostengono infermità e tribolazioni. Beati quelli che le sosterranno in pace, che da te Altissimo saranno incoronati”. Il perdono è un’arte e una beatitudine; ci rende sereni e porta la pace nei nostri cuori. La nostra vita è nelle mani di Dio, il nostro perdono dobbiamo metterlo nelle mani di Dio. di Suor Sandra Künzli
Intervista a fra’ Michele Ravetta, cappellano delle strutture carcerarie cantonali.
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)