di Katia Guerra
La si raggiunge percorrendo una strada sterrata dal paese di Somazzo, sopra Mendrisio. Una volta varcato un grande portone, si accede a quello che oggi è la terrazza di un grotto. La chiesetta dell’Eremo di San Nicolao, scavata in parte nella roccia, si trova proprio lì a fianco, tanto che, in un primo momento, sembra un tutt’uno con l’edificio che ospita il ristorante, mentre lo sguardo si estende su tutto il Mendrisiotto e oltre. Il luogo, a strapiombo sopra le cantine di Mendrisio, si chiama «Monte Stella» da un’antica leggenda che racconta come lì fosse stata vista brillare una stella e scoperta un’immagine di Maria dipinta sulla parete di roccia.
Edificata nel 1413, ampliata e modificata nel corso del tempo, la chiesa è dedicata, oltre che a San Nicola da Bari, anche a Santa Maria Liberatrice, alla cui Confraternita è stata affidata, nel tempo, la sua cura. «Si tratta indubbiamente di un luogo particolare e prezioso, sia a livello spirituale che per il patrimonio di arte sacra», ci racconta il segretario della Confraternita Egidio Croci. «Non a caso fa parte dell’inventario dei Beni culturali di importanza cantonale».
Croci non nasconde che riuscire a preservarla è una grande sfida, a causa soprattutto dell’umidità, che intacca gli affreschi e le statue, ma anche la struttura stessa della chiesa. «È un edificio che ha bisogno di cure costanti», sottolinea. Di recente si è intervenuti con delle misure urgenti per limitare l’umidità e con opere di restauro che scongiurassero un ulteriore degrado dell’arte sacra, in particolare nell’altare dedicato a San Nicola.
Negli auspici della Confraternita c’è però il desiderio di poter procedere con un restauro a tutto tondo dell’Eremo di San Nicolao e questo in collaborazione con l’ufficio dei Beni culturali. «Per questo abbiamo aumentato i membri di Comitato, così da avere forze nuove per raggiungere questo obiettivo. Una grande sfida è anche quella finanziaria. La confraternita non dispone di risorse proprie e quindi si dovrà mettere in conto una raccolta fondi», sottolinea Croci.
Ciò che resta di un affresco della Madonna con la Corona di stelle, ritrovato nel 1999 e incastonato nell’altare e che potrebbe essere quello citato nel racconto, le statue di San Nicola, di San Siro e di altri santi, così come tutti gli altri affreschi, stucchi, decorazioni e l’edificio in sé, potrebbero in questo modo essere ulteriormente valorizzati.
Legate all’Eremo rimangono vive anche delle tradizioni popolari, come quella della distribuzione del pane benedetto il 17 maggio, che avviene ancora oggi. Trae origine dalla volontà della famiglia Prestino di Mendrisio, che, nel 1661, come condizione per un suo lascito alla parrocchia di Mendrisio, chiese, fra l’altro, una processione il giorno di San Siro all’Eremo di San Nicolao, con la distribuzione del pane. Inoltre, la seconda domenica di settembre si celebra la festa in onore del SS. Nome di Maria.
Oggi l’Eremo è conosciuto anche per il grotto, ma fino alla fine del 1800 vi soggiornarono degli eremiti. La chiesa può essere visitata quando il grotto è aperto (info su grottoeremosannicolao.ch).
Donazioni per i restauri della chiesa possono essere fatte su IBAN CH48 8080 8006 5048 3359 6, Confraternita di Santa Maria Liberatrice.
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