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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (24 giugno 2025)
CATT
  • Lago di Tiberiade: il luogo che la tradizione indica come monte delle Beatitudini, dove Gesù tenne il noto discorso

    Lo Spirito Santo illumina le beatitudini

    Il brano delle Beatitudini segue una logica ben precisa, che possiamo recuperare grazie alle indicazioni sicure dei Dottori e dei Padri della Chiesa. La prima considerazione da fare è la seguente: la santità è fine ultimo della vita del cristiano ed è vivere le Beatitudini. Se volessimo fare un’analogia per comprendere il rapporto che sussiste tra Comandamenti e Beatitudini, potremmo dire che i primi stanno alle seconde come la scuola primaria alla scuola secondaria. I primi, infatti, rappresentano quella che in filosofia si chiama legge morale naturale, cioè ciò che tutti gli uomini nel corso della storia hanno cercato di perseguire, quasi a livello istintivo, anche se spesso in maniera sbagliata, dacché la corruzione della volontà e dell’intelletto causata dal peccato originale ha reso necessaria la rivelazione sensibile sulle tavole del Sinai: «Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori» (Rm 2,14-15). È necessario scolpire i Comandamenti nel proprio cuore per poter vivere le Beatitudini.

    Le Beatitudini sono un dono gratuito del Cielo. Se osserviamo lo schema generale del cosiddetto discorso della montagna, possiamo notare un parallelismo con le sette richieste del Padre nostro. Sant’Agostino insegna che queste ultime sono le preghiere che il credente fa per ottenere i sette doni dello Spirito Santo, ossia quelle virtù soprannaturali, quegli abiti infusi con il fine di sostenere le quattro virtù cardinali di prudenza, fortezza, temperanza e giustizia (ossia le virtù che l’uomo può acquisire con l’esercizio e la perseveranza) e le tre virtù teologali di fede, speranza e carità. Il discorso della montagna inizia dunque con la presentazione della “tappa finale” del cammino del credente. Esso si sviluppa poi indicando cosa fare per giungere alla meta: i comandamenti, la preghiera, la penitenza per i peccati propri e altrui, la fiducia nella provvidenza. Capiamo allora che queste Beatitudini sono gli effetti dei sette doni dello Spirito Santo.

    Chiediamo che venga santificato il nome di Dio, perché ci conceda il timore che sostiene la speranza e che rende “poveri in spirito”, cioè vuoti di se stessi e pieni del Regno che è Cristo. Chiediamo che venga il suo regno, perché ci conceda la pietà che sostiene la temperanza e che ci spinge a “piangere” per i peccati del mondo. Chiediamo che sia fatta ovunque la sua volontà, perché ci conceda la scienza che sostiene la fede e che rende tanto miti da “ricevere in eredità la terra”. Chiediamo il pane eucaristico, che ci dona fortezza contro le lusinghe del mondo, perché possiamo imparare ad avere “fame e sete di giustizia”. Chiediamo perdono dei nostri peccati per ricevere il consiglio, che sostiene la prudenza e si manifesta sommamente nella misericordia verso gli altri. Chiediamo di non abbandonarci alla tentazione, perché ci doni l’intelletto che sostiene la giustizia e ci rende puri di cuore. Chiediamo di liberarci dal male, perché ci doni la sapienza che sostiene la carità e rende operatori di pace e veri figli di Dio.

    Gaetano Masciullo

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