Ottant'anni, trenta dei quali trascorsi a guidare l'arcidiocesi di Vienna. È andato in pensione, lo scorso 22 gennaio 2025, dopo tre decenni dall'inizio del suo mandato nel 1995 il cardinale Cristoph Schönborn, tra i porporati più noti, insigne teologo, al servizio di tre Papi lungo tutti questi anni.
Il Papa ha accettato la sua rinuncia e ha nominato amministratore apostolico sede vacante il sacerdote Josef Grünwidl, del clero della medesima Arcidiocesi e vicario episcopale di Unter dem Wienerwald. Per tre anni è stato segretario dello stesso Schönborn.
Originario della Boemia, domenicano, insigne teologo, fra le porpore più note, è stato e rimane il cardinale che ha saputo “unire” gli ultimi tre Papi: di tutti è considerato “vicino” e ascoltato collaboratore. Senza mai nascondere i suoi punti di vista e le sue aperture che hanno fatto anche discutere. A Giovanni Paolo II si deve la scelta di volerlo prima come segretario della Commissione per la redazione del Catechismo della Chiesa Cattolica (dal 1987 al 1992), poi vescovo (nel 1991) e quindi cardinale (nel 1998), ma anche di incaricarlo di predicare gli esercizi spirituali in Vaticano nel 1996. Di Benedetto XVI è stato amico e discepolo fin dal 1972 quando era ancora sacerdote dottorando e Ratzinger professore all’università di Ratisbona: «È stato per me un vero maestro. Con la sua maniera di essere teologo lo paragono a sant’Agostino», ha detto Schönborn dopo la sua morte. E con Francesco condivide una visione di Chiesa accanto alle periferie esistenziali, chiamata a «non temere le discussioni e a viverle con quel movimento degli spiriti che fa maturare il discernimento e prepara i cuori a riconoscere ciò che il Signore stesso ci mostra», ha sottolineato nella relazione per i 50 anni dell’istituzione del Sinodo di vescovi che nel 2015 papa Bergoglio gli aveva affidato in apertura del Sinodo sulla famiglia.
Il cardinale si era già congedato dalla Chiesa viennese lo scorso sabato 18 gennaio con una partecipata cerimonia di ringraziamento nella cattedrale di Santo Stefano, alla presenza di diverse autorità tra cui il presidente Van der Bellen. Nella sua omelia aveva espresso gratitudine alle tante persone che hanno accompagnato il suo ministero. Gratitudine ribadita anche oggi in un lungo post diffuso tramite il suo account sul social X: "Cari fratelli e sorelle, è giunto il momento che Roma ha annunciato alle ore 12 che termina oggi il mio mandato come Arcivescovo di Vienna", si legge. "Questa è ovviamente l'occasione, innanzitutto, per ringraziare Dio che ho potuto svolgere questo servizio per quasi 30 anni. Soprattutto devo ringraziare Dio e devo ringraziare tutti voi. Per me in questi anni la cosa decisiva è stata: la Chiesa lavora solo insieme, la società lavora solo insieme. Abbiamo avuto grandi tensioni in diocesi, conflitti, ferite e poi tutti i casi di abusi che sono emersi... Sono stati tutti tempi difficili, ma credo che questi anni ci abbiano dato il dono di unirci davvero. La comunione, la comunità è diventata davvero forte. Devo ringraziarvi tutti per questo".
vaticannews/avvenire/red
Il Giubileo con il suo originale rimando biblico invita a riflettere sul tema della giustizia sociale. Con l’economista Stefano Zamagni affrontiamo le sfide globali e il pensiero della Chiesa a riguardo.
I due sacerdoti erano stati rapiti in Nigeria lo scorso 22 febbraio alle prime ore dell’alba da uomini armati che avevano assalito la canonica dove i due sacerdoti erano ospitati a Gweda-Mallam, nello Stato di Adamawa, nel Nord-Est della Nigeria.
Mentre il Paese attraversa ore difficili, giungono i primi allarmanti numeri sulle vittime dei conflitti armati in corso.