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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (22 marzo 2025)
Catt
  • Il vescovo Alain ci racconta la Chiesa ticinese che verrà

    Il vescovo Alain ci racconta la Chiesa ticinese che verrà

    intervista di Cristina Vonzun (catholica/cdt/catt.ch)

    Nei giorni scorsi c’è stata la comunicazione di nuove importanti
    nomine
    che delineeranno la linea della diocesi di Lugano da settembre con la scelta dei più stretti collaboratori dell’Amministratore apostolico. Ne parliamo, con un pensiero anche agli sviluppi recenti della cronaca, con mons. de Raemy.

    Eccellenza, quale visione pastorale e quali bisogni ha individuato per scegliere la figura di don Farine, quale delegato ad omnia (numero due della diocesi)?
    Trovare nuove strade per l’incoraggiamento dei confratelli Presbiteri e Diaconi, nel rispetto della loro diversità. E promuovere il coinvolgimento effettivo dei laici, anche loro in grande complementarità. Di queste grandi sfide, don Jean-Luc ha dato prova di saperne fare non una teoria ma bensì una pratica. Proprio dalla Curia deve arrivare un senso pratico della sinodalità. Inoltre, don Jean-Luc ha sempre offerto un generoso contributo in Diocesi, si è sempre interessato del resto della Svizzera e ha un senso acuto della missione universale, a cominciare dai più poveri. Lo ha dimostrato in Colombia e Ciad, e lo dimostra ancora ad Haiti. Non dimentichiamo che il Ticino è parte solidale della Chiesa universale.

    Quali saranno i compiti di don Gaia, in qualità di vicario per la pastorale, dato che la sua percentuale passerà dall’attuale 30 al 100%?
    Troppi! Sono tanti gli ambiti della pastorale da incoraggiare o, anzi, da risvegliare. Anche in Curia, i compiti non mancheranno...


    La scelta di don Emanuele Di Marco alla guida del seminario apre un
    capitolo importante relativo alle vocazioni. Cosa si aspetta?

    Il suo primo compito sarà di coinvolgere persone, preti e laici (donne!) dalle competenze complementari, affinché i seminaristi possano confrontarsi concretamente con tutte le realtà che si troveranno sul territorio ed essere accompagnati nella profondità del sacerdozio ministeriale. Il Seminario deve essere una comunità aperta, per permettere ai seminaristi di crescere in cristiana umanità, nella maturazione della loro vocazione battesimale, non separati ma
    coinvolti. Ma va anche detto che la prima responsabilità nel far scoprire la propria vocazione non è del Rettore, ma delle nostre comunità: la loro testimonianza di fede e la loro preghiera sono indispensabili!

    Lei ha informato delle nomine i preti lunedì scorso, al termine della
    formazione del clero. I tanti presbiteri presenti come hanno accolto la notizia?

    Penso sia stata apprezzata la comunicazione fatta loro direttamente da me, spiegandone le motivazioni. Vorrei esprimere qui la mia ammirazione per la disponibilità dimostrata da tutti i preti a cui ho chiesto un nuovo servizio, così come alle loro Comunità, a cominciare dai Consigli parrocchiali.

    Si è appreso dai Media di alcuni (una ventina) che avrebbero scritto ancora di recente a Roma per sollecitare una nomina del vescovo. Lei cosa pensa di questa situazione di attesa che si protrae?
    L’impazienza è comprensibile, ma non sempre è una virtù. Oggi serve alimentare la nostra speranza e il Giubileo ci offre una provvidenziale occasione. Dobbiamo cogliere davvero questa occasione, per accrescere la partecipazione di tutti, al di là delle sole strutture previste. Si sta già muovendo tanto, ad esempio nel mondo della pastorale sanitaria, dell’educazione o della disabilità. La Diocesi vive!

    Mons. Zanini ha svolto un ruolo importante in Curia; è anche stato il suo delegato ad omnia. Cosa ha significato per lei lavorare con don Nicola?
    La sua vicinanza fraterna e professionale non solo è stata, ma è ancora un grande privilegio! Deo gratias! Le sue competenze e la sua conoscenza della Diocesi sono state preziosissime. Faccio anch’io un sacrificio. Abbiamo maturato insieme la decisione per il bene della comunità diocesana.

    Che reazione ha avuto alle ultime decisioni della Magistratura riguardo al prete incarcerato, accusato di abusi?
    L’unica possibile: aspettare la sentenza del processo e continuare a pregare e a impegnarsi per chi soffre.

    Sul caso del prete accusato di abusi leggi qui l’ultimo comunicato rilasciato dalla Curia vescovile

    Qui l’articolo: importanti nomine nella diocesi di Lugano

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