di Laura Quadri
Una storia di introspezione, un cammino compiuto con coraggio, scoprendo passo dopo passo la propria vocazione. Dapprima quella di vendere e lasciare tutto ai poveri del paese, quindi quella di recarsi nell’impervio deserto della Tebaide, in Egitto, per farne, infine, la propria «casa», nella spogliazione più totale: una capanna come tetto sotto il quale ripararsi, qualche straccio rammendato per coprirsi, un po’ di cibo di fortuna per sostentamento.
Una storia e una vicissitudine di vita, quella di S. Antonio Abate (251-356), che colpirà e impressionerà profondamente Atanasio di Alessandria, vescovo e presto amico dell’asceta, nonché primo biografo ufficiale del Santo che si occuperà anche, dopo la sua morte avvenuta a 105 anni, della sua sepoltura e del compito di tramandarne ai posteri la memoria. Da quel racconto, la Vita di S. Antonio Abate, nasce anche la nuova creazione del gruppo «Sacre Rappresentazioni» di Locarno, guidato dalla sua fondazione, nel 2021, da Claudio Troise, regista e autore della sceneggiatura che verrà messa in scena, per la prima volta, oggi, sabato 14 gennaio, alle ore 20, nella chiesa Collegiata di Locarno, che proprio a S. Antonio Abate è dedicata: «Iniziatore del monachesimo e tra i primi monaci che la storia abbia mai conosciuto, S. Antonio è figura ancora di piena attualità», ci racconta Troise.
Il cristianesimo dei primi secoli
«La sua storia, in particolare, si sviluppa nel complicato contesto di vita del cristianesimo dei primi secoli. Nato nel 251, S. Antonio si ritroverà infatti confrontato, molto presto, con i grandi problemi della Chiesa di allora. In particolare, come mostra la storia dei primi Concili, gli aderenti alla dottrina dell’arianesimo sostenevano che Cristo fosse unicamente un uomo, privandolo della sua natura divina. Dal deserto – prosegue Troise – la voce di S. Antonio si leverà forte e chiara per contrastare questo pensiero. Lo stesso Atanasio cercherà anzitutto rifugio presso di lui, essendo perseguitato dagli ariani.
«Respirate sempre Cristo»
«Tuttavia, non conosciamo e ricordiamo S. Antonio – sottolinea Troise – solo e soltanto per la sua sapienza ispirata o i miracoli compiuti: lo conosciamo, anzitutto, per essere stato un innamorato di Dio. Ciò che lo ha spinto, al termine della sua vita, rivolgendo morente lo sguardo attorno a sé, ad affidare tale messaggio di amore ai suoi discepoli, messaggio diventato celebre e che dà anche il nome alla nostra pièce: “Respirate sempre Cristo”, ovvero vivete di lui e per lui, amatelo profondamente».
Canto, preghiera, lode
Un racconto appassionante che vedrà partecipare, durante la messa in scena della pièce, secondo lo stile delle sacre rappresentazioni, anche il pubblico presente: «Come vuole questa antica tradizione, perpetuata nei secoli di chiesa in chiesa e iniziata con S. Francesco d’Assisi a Greccio, l’assemblea dei fedeli è chiamata a interagire, cantando, pregando e lodando Dio in alcuni momenti previsti dalla sceneggiatura. Così è stata pensata anche la nostra storia, al termine della quale rivolgeremo una preghiera corale a S. Antonio, dopo l’Alleluja di Händel, che eseguirà il nostro giovane musicista Janek Dockweiler», precisa Troise.
Un servizio alla comunità sull’esempio di padre Callisto
Dal coinvolgimento all’impegno: le prove, da settembre a questa parte, per il gruppo locarnese, composto tra tecnici, attori e musicisti, da 20 persone, sono state molteplici. Tutto nello spirito voluto da padre Callisto Calderari, il cappuccino bellinzonese iniziatore di questa tradizione in Ticino, a cui Troise ha voluto dar seguito, memore delle belle esperienze con il gruppo fondato dal compianto cappuccino al Sacro Cuore di Bellinzona: «A parte qualche eccezione, siamo dilettanti, ma in questo si riassume anche il senso del nostro impegno: non tanto e non solo offrire uno spettacolo di qualità come se fossimo a teatro, bensì portare nelle chiese, anche con le repliche previste, una testimonianza di fede forte, che possa aiutare e ispirare chiunque venga a vederci nel proprio cammino di vita».
Le repliche della pièce dal 14 gennaio
Per il 2023 il gruppo «Sacre Rappresentazioni» di Locarno ha preparato la vita di S. Antonio Abate, patrono di alcune parrocchie della Svizzera Italiana. Il calendario delle rappresentazioni è il seguente: a Locarno, sabato 14 gennaio, alle ore 20; a Gordola, domenica 22 gennaio, alle ore 17.30; a Roveredo, sabato 28 gennaio, alle ore 20; a Losone, venerdì 10 febbraio, alle ore 20; a Lugano, domenica 26 febbraio, alle ore 17; a Genestrerio, domenica 26 marzo, alle ore 17; infine, a Morcote, domenica 2 aprile alle ore 17.